Ho spesso parlato, per via della mia grande passione per i manga, gli anime e per la cultura giapponese in generale, di come manga e anime appunto abbiano ispirato i creativi di ogni campo e in ogni parte del globo. Oggi continuo su questa falsa riga portando all’attenzione di voi che leggete, una storia che mette insieme manga e gorpcore, una delle tendenze più impattanti nel mondo dello street style degli ultimi anni.

Il gorpcore (la combinazione tra abbigliamento tecnico e capi essenzialmente da tutti i giorni) è entrato a far parte della terminologia fashion contemporanea dal 2017, e il trend da quel momento in avanti non si è mai spento, anzi. Dalle montagne si è spostato sulle passerelle dell’high fashion conquistando adepti tra gli appassionati di moda di tutto il mondo, celebrity comprese.


La storia è quella raccontata dal manga seinen – termine giapponese che indica genericamente un uomo adulto non ancora indipendente, maturo ma non ancora integrato nel mondo del lavoro – The Climber (Kokou No Hito in giapponese), scritto da Shin’ichi Sakamoto e Yoshirō Nabeda e illustrato dello stesso Sakamoto, che si basa sull’omonimo romanzo del 1973 dello scrittore Jirō Nitta, pseudonimo di Hiroto Fujiwara (1912-1980).

La trama di The Climber ricalca quella del libro con alcune differenze sostanziali, come il finale ad esempio, e segue le avventure di Buntarō Mori, uno studente liceale con la passione per l’arrampicata che, per vincere il suo essere introverso e solitario, decide di iscriversi al club dell’arrampicata del suo liceo. Da quel momento inizierà a mettersi alla prova con montagne sempre più alte e dure da scalare, fino ad arrivare a sfidare una delle vette più alte e pericolose del mondo, il K2.

The Climber venne pubblicato come una serie a partire dal 2007 sulla rivista settimanale Weekly Young Jump fino al 2012, per un totale di 170 capitoli raccolti successivamente dalla casa editrice giapponese Shūeisha in 17 volumi. In Italia invece la pubblicazione iniziò nel 2011 a cura di J-Pop.
Come detto, il manga riflette la storia del libro omonimo che a sua volta è basato sulla storia di un climber giapponese realmente esistito, Buntarō Katō.

Katō sovvertì tutte le regole del climbing dell’epoca, affrontando in solitaria scalate molto complesse e pericolose, con la particolarità di farlo con indosso le sue inseparabili tabi. Al tempo l’arrampicata era uno sport principalmente destinato alle classi più abbienti della società giapponese, e il fatto che Buntarō fosse un semplice operaio rappresentava un’idiosincrasia abbastanza forte per l’epoca.
Purtroppo la storia e la vita di Buntarō Katō finirono proprio durante un’arrampicata quando, insieme al compagno di cordata, vennero sorpresi da una fortissima bufera di neve che portò entrambi alla morte a soli 30 anni.


The Climber non è soltanto un manga che parla di outdoor e che racconta la storia di un adolescente, The Climber è molto di più. Temi come la spiritualità, il confronto con se stessi, la difficoltà mentale nell’affrontare lo sforzo fisico in condizioni avverse, la solitudine, la depressione e i demoni che tutti noi combattiamo, chi più chi meno, sono al centro della narrazione di un manga splendido che merita di essere riscoperto.
