Il nuovo store di Dr. Martens a Firenze celebra la cultura underground della città con SKIM

Il nuovo store di Dr. Martens a Firenze celebra la cultura underground della città con SKIM

Giorgia Massari · 2 settimane fa · Art, Style

Firenze, culla del Rinascimento italiano, è costellata di meravigliose opere architettoniche, sculture a cielo aperto, dipinti e affreschi in ogni dove. La bellezza e la ricca storia artistica della città continuano ancora a influenzare il suo presente, che vive un grande fermento culturale e artistico. Infatti, oggi Firenze cela un lato nascosto e alternativo, meno conosciuto ma pur sempre consistente. Il panorama contemporaneo presenta una grande varietà di spazi artistici, musicali e culturali che hanno permesso a una nuova generazione di artisti di esprimersi in un’ottica avanguardista e sperimentale.

È proprio Dr. Martens in questi giorni a porre sotto i riflettori questo lato underground della città, affidando all’artista SKIM la realizzazione del murales interno del suo nuovo store, aperto oggi, 19 maggio, in Via Por Santa Maria 80. L’artista, all’anagrafe Francesco Forconi (1985), fa parte di questa sfera alternativa della città, impossibile da non percepire se si cammina tra le vie del centro storico e tra le strade della periferia. Qui i muri diventano gigantesche tele di supporto per graffiti coloratissimi che coesistono con l’anima rinascimentale della città, creando un contrasto interessante e unico. Grazie ad un’attiva scena urban, Firenze diventa uno dei centri italiani con più artisti street riconosciuti a livello internazionale, tra cui appunto il pluripremiato SKIM. Con numerose mostre nazionali e internazionali, l’artista è conosciuto soprattutto per le sue trasformazioni armoniche del caos e per il suo motto “In Color We Trust”.

Dr. Martens SKIM | Collater.al
Dr. Martens SKIM | Collater.al

Lo stile di SKIM è un perfetto connubio tra l’old school e l’innovazione, con riferimenti e influenze che provengono dai graffiti, dalla pop art, dai fumetti e dalla pittura. La sua tecnica mista, prodotta attraverso l’uso di acrilici, vernice spray e pennarelli, genera opere estremamente ironiche e colorate che sorprendono lo spettatore, veicolando allo stesso tempo forti messaggi.

Con il suo inconfondibile stile realizza l’artwork per Dr. Martens, che mette al centro il celebre e intramontabile Boot 1460. SKIM riprende i tipici colori nero e giallo dello stivale all’interno di tutta la composizione, dalla corona gialla che rimanda a quella granducale di Cosimo I, agli elementi grafici come le frecce e il pennello. Il nero e il giallo si fanno spazio tra la grande varietà di colori brillanti, scelti da SKIM in quanto rappresentati della città fiorentina, soprattutto in riferimento ai colori storici del club calcistico: il viola, il bianco, il rosso, il verde e l’azzurro. Tra le tipiche architetture e le sinuose forme delle colline del Chianti, spicca la Cupola del Brunelleschi, che si differenzia per i colori più tenui. La forte simbologia della cupola, posta a stretto contatto con lo stivale, concorre nel creare un chiaro riferimento alla storia della città e celebra visivamente il nuovo legame tra Firenze e Dr. Martens.

Dr. Martens SKIM | Collater.al
Dr. Martens SKIM | Collater.al

Ph. Credits Andrés Juan Suarez

Il nuovo store di Dr. Martens a Firenze celebra la cultura underground della città con SKIM
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Torna Super Walls, la Biennale di Street Art

Torna Super Walls, la Biennale di Street Art

Anna Frattini · 2 settimane fa · Art

Torna dal 20 maggio al 4 giugno Super Walls, la Biennale di Street Art a Padova. Per l’occasione sono stati coinvolti 31 artisti provenienti da Italia, Francia, Germania, Spagna e Olanda a cui si aggiungeranno i ragazzi del Liceo Artistico A. Modigliani di Padova.

Courtesy Tony Gallo

Il tema di questa terza edizione della Biennale Street Art è il rispetto, mettendo in chiaro come l’arte di strada sia uno strumento di valorizzazione del paesaggio urbano. In questo contesto, c’è chi lancerà un messaggio in favore della tutela dell’ambiente, chi invece proporrà di declinare questo tema su argomenti più specifici come il rispetto per sè stessi, per l’infanzia o per la diversità delle idee. In più, gli studenti del Liceo Artistico A. Modigliani hanno realizzato un murales su tutta la facciata della scuola svilluppando l’intero il progetto grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale.

Courtesy Spok

Super Walls è curato dal gallerista Carlo Silvestrin e dalla critica d’arte Dominique Stella e gli artisti italiani che hanno deciso di aderire alla call to action sono moltissimi. Da Alessio-B fino a Cuboliquido, passando per Tony Gallo, Zero Mentale e tanti altri. Mentre a livello internazionale hanno partecipato nomi come Nerone, il collettivo La Crémerie e Anna Conda.

Courtesy Tony Gallo
biennale di street art
Courtesy Alessio-B
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Courtesy Nerone
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Courtesy Doa Oa
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Alex Face illumina la Dorothy Circus Gallery

Alex Face illumina la Dorothy Circus Gallery

Anna Frattini · 2 settimane fa · Art

Neon and Fire Vanitas, l’attesissima Magnum Solo Exhibition di Alex Face, apre a Roma il 20 maggio e il 25 maggio a Londra nelle due sedi della Dorothy Circus Gallery. Alex Face – street artist e pittore thailandese – è noto per il suo stile distintivo che fonde il vocabolario fresco dei graffiti con una virtuosa tecnica pittorica. Il nuovo concept sviluppato per questa personale si evolve sulla scia di “Monument of Hope” – l’iconica mostra del 2020. L’artista trae anche ispirazione dalle still life della dutch golden age. L’intenzione di Face è di sensibilizzare il pubblico sull’emergenza ambientale.

In Neon and Fire Vanitas Alex Face proietta il concetto di Vanitas del 17esimo secolo nel contesto contemporaneo reinterpretandolo attraverso la sua prospettiva personale, ricca di una ricercata assimilazione della cultura europea.

alex face

La Vanitas, come intesa da Face, racchiude e disvela la simbologia contamporanea collegata alla caducità della vita. Un concetto che non si ferma alla bellezza del passato ma ci pone davanti al forte contrasto tra la bellezza del presente e la sorte per quella futura.

alex face

La particolarità della tecnica di Alex Face sta proprio nella commistione di tecniche appartenti al passato e di un linguaggio visivo contemporaneo ben preciso. L’artista thailandese mette insieme tecniche come quella della pittura a olio, l’acrilico e le spray cans rappresentando la frenesia della vita moderna nella sua evolizione. Il risultato è un’atmosfera soffusa ottenuta grazie all’effetto reso dalle neon tags e dalle spray cans. I bouquet fioriti di Face non possono che abbagliare il pubblico disseminando di simboli una natura ora in fiamme.

Scopri altre opere di Alex Face sul suo profilo Instagram.

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Courtesy Alex Face, BANGKOK CITYCITY GALLERY e Dorothy Circus Gallery

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Tutto quello che sappiamo sull’AI art (finora)

Tutto quello che sappiamo sull’AI art (finora)

Anna Frattini · 1 settimana fa · Art

Che cos’è l’AI generated art? Come sta cambiando il mondo dell’arte contemporanea? Queste sono solo alcune delle domande che sorgono spontanee ogni volta che ci imbattiamo in opere generate attraverso l’Intelligenza Artificiale. Fra polemiche e opportunità per il futuro, questa nuova tecnologia rappresenta una delle rivoluzioni più significative degli ultimi anni in campo creativo. Questo carico di novità porta con sè anche un lato oscuro da non sottovalutare.

AI art

Farming, l’opera di Federica Di Pietrantonio in mostra dal 24 maggio a Roma negli spazi di WEGIL | Courtesy Federica Di Pietrantonio

Partiamo dall’inizio. L’AI art consente di creare un’immagine originale partendo da un prompt – ovvero un’istruzione o un comando testuale. Tutto questo è possibile su piattaforme come Stable Diffusion o Midjourney, utilizzando la tecnologia delle reti neurali. Con i prompt si possono dare indicazioni di qualsiasi tipo, in grado di influenzare il risultato dell’immagine finale in modo significativo. In breve, gli AI generators vengono addestrati utilizzando un vastissimo numero di immagini, spesso prese da Internet, per generare nuove illustrazioni senza riferimenti pregressi.

AI art

Artisti che lavorano con l’Intelligenza Artificiale

Il mondo dell’AI art è pieno di opportunità per l’arte contemporanea e sono moltissimi gli artisti che lavorano in questa direzione. Uno fra tutti è Refik Anadol, fra i primi a lavorare con questo tipo di tecnologia durante una residenza artistica da Google, sette anni fa. Le sue opere si trasformano, reagiscono ai movimenti dello spettatore o ad agenti esterni e non si ripetono mai. Unsupervised – l’opera di Anadol in mostra al MoMA – è una riflessione sulla tecnologia, sulla creatività e sull’arte moderna.

Un altro artista al lavoro in questo campo è Lawrence Lek, la cui ricerca si concentra sull’esplorazione delle opportunità legale all’Intelligenza Artificiale per come si manifesta sia nella pop culture che sul fronte della tecnologia in senso più ampio.

Black Cloud (2021), un’installazione di Lawrence Lek | Courtesy Lawrence Lek

In Italia, l’estate scorsa Roberto Fassone ha provato a nutrire idealmente un’Intelligenza Artificiale con dei funghi allucinogeni per ricevere output in grado di far trasparire un qualche tipo di coscienza inaspettata da Combo, a Torino. Mara Oscar Cassiani invece si cimenta in una speculazione sulla possibilità di innamorarsi con l’Intelligenza Artificiale. Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3. I broke up with my Ai and will never download them again è la sua opera inclusa in Spark and Frictions, la mostra collettiva dedicata al rapporto fra arte contemporanea e AI dal 24 maggio a Roma negli spazi di WEGIL, hub culturale della Regione Lazio. In questa occasione esporranno artisti italiani e internazionali fra cui Federica Di Pietrantonio, Alice Bucknell, Yue Huang e tanti altri.

Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3. I broke up with my Ai and will never download them again | Courtesy Mara Oscar Cassiani

Il lato oscuro dell’AI art

D’altro canto, l’esplorazione di nuove possibilità e le opportunità di incontro fra vari medium e artisti lasciano spazio a svariati problemi in campo etico. L’utilizzo di database così ampi porta in campo questioni di copyright da non sottovalutare. Uno dei casi più eclatanti è quello di un gruppo di artiste – Sarah Andersen, Kelly McKernan e Karla Ortiz – che ha intrapreso una class-action contro alcune aziende dietro ad AI generators, dichiarando che i servizi violano le leggi sul copyright e la concorrenza sleale. Nello specifico, questa class-action, si schiera contro Midjourney Inc, DeviantArt Inc – dietro a DreamUp – e Stability A.I. Ltd, l’azienda che ha lanciato Stable Diffusion. Si aggiunge a ruota anche Getty Images, portando in tribunale Stability A.I., dichiarando di aver trovato oltre 15,000 fotografie appartenenti ai suoi archivi nel dataset di Stable Diffusion. Ancora non è chiaro se si creerà un precedente e quindi un possibile monopolio di tutte queste immagini o se si troverà un accordo, ma c’è una novità. Ascendant Art è la nuova piattaforma di AI generated art che promette di impegarsi a pagare le royalties a tutti gli artisti che inviano i propri lavori per addestrare l’algoritmo. Funzionerà?

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Courtesy Ascendant Art

Il lato scuro dell’AI art rimane legato a tutto quello che l’Intelligenza Artificiale è riuscita ad assorbire e che può applicare. Ora, senza essere ancora riusciti a delimitare i confini di questo tipo di tecnologia, non ci rimane che aspettare di vedere quali saranno le misure legislative da mettere in atto per tutelare artisti e spettatori.

Tutto quello che sappiamo sull’AI art (finora)
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Il magico mondo di Joann

Il magico mondo di Joann

Anna Frattini · 1 settimana fa · Art

Di Joann si sa poco e niente. Sappiamo però che è un’AI artist e che risulta molto difficile staccare gli occhi dal suo feed di Instagram. Ci sono monumenti gonfiabili, ritratti stranianti e ambienti dai dettagli onirici insieme a collaborazioni con brand come Adidas, Nike e GCDS. Joann mette in scena ambienti surreali come nel caso di ‘Inflatable Wonders’, la serie che immagina monumenti iconici come grandi gonfiabili. Dalla Torre Eiffell fino alla Torre di Pisa passando per Stonhenge, le Piramidi e il Colosseo.

I post di Joann hanno conquistato un successo incredibile su Instagram riuscendo a mostrarci scenari e luoghi quasi magici. Il trucco di questa AI artist sta nell’intersecare l’arte generativa con monumenti iconici come in ‘Inflatable Wonders’ oppure giocare con la nostra immaginazione generando personaggi o situazioni difficili da replicare nella vita quotidiana.

Joann ai art

Di AI art ne abbiamo già parlato, ma cosa rende queste immagini così accattivanti? La risposta sta sicuramente nel fascino scaturito da questo nuovo filone dell’arte contemporanea. Pop culture, creatività e arte si amalgamo portando artisti come Joann a creare immagini d’impatto imperdibili.

Joann ai art
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Courtesy immagini Joann

Il magico mondo di Joann
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