The Guestbook: la nostra intervista a João Marques

The Guestbook: la nostra intervista a João Marques

Giulia Guido · 4 anni fa · Photography

Ci sono bastati pochi secondi sul suo profilo Instagram, per innamorarci degli scatti di João Marques, fotografo di Lisbona.

Se dovessimo trovare una parola con cui descrivere le sue fotografie è contemplazione, legata sia ai soggetti che scatta sia agli spettatori. Infatti, molte delle sue immagini ritraggono figure di profilo o viste di schiena con gli occhi puntati verso il cielo, di notte, di giorno, al tramonto, pieno di stelle o illuminato dalle luci della città. Come loro, anche noi rimaniamo completamente incantati dai suoi lavori.

Incuriositi abbiamo fatto qualche domanda a João Marques che ci ha raccontato come è nata la sua passione per la fotografia.

Raccontaci come ti sei avvicinata alla fotografia. C’è un momento in particolare che ti ricordi?

È iniziato tutto quando avevo circa 13 anni, a quel tempo ho chiesto a mio padre di provare la sua macchina fotografica digitale, era una Olympus e per me è stata una figata. Ho iniziato a fare per lo più ritratti dei miei amici ed è stata una cosa che mi è sempre rimasta impressa negli anni della scuola. Vivevo in una città molto piccola e la fotografia è diventata il mio hobby, filmavo e fotografavo sempre i miei amici. A 17 anni mi sono trasferito a Lisbona per finire il liceo e l’anno successivo ho frequentato la scuola di cinema. In quei tre anni mi sono concentrato soprattutto sul cinema, ho guardato molti film e ho coltivato di più la mia passione per il cinema. Solo nel 2018, dopo aver finito la laurea e aver diretto il mio primo cortometraggio “Incomum”, mi sono fermato un attimo e ho pensato che poteva essere una buona idea approfondire le mie conoscenze sulla fotografia, che ha fatto parte della mia vita per tanto tempo ma mai consapevolmente. Sono andato alla Ar.Co e ho fatto un corso di un anno e in quel momento ho ricominciato a farlo, e ho continuato ad andare avanti.

Cosa è per te la fotografia e cosa cerchi di raccontare attraverso i tuoi scatti?

La maggior parte delle volte lavoro d’istinto, quindi non c’è molta riflessione dietro il mio lavoro. A questo punto una cosa che ho capito di me stesso è che ho il bisogno di creare e di esprimermi artisticamente in qualche forma. Amo il fatto che la fotografia mi abbia dato questa opportunità di produrre istantaneamente, di creare un’idea o di esprimere la mia percezione di un sentimento su un’immagine. Per qualcuno come me che ha già un background anche sul mondo del cinema, dove tutto è molto più complesso e coinvolge molte persone, la fotografia mi dà la possibilità di fare quasi da moodboard a come voglio che siano i miei film. 

Quali attrezzature utilizzi per scattare? Quali strumenti porti con te quando scatti e perché?

Ho girato sia in analogico che in digitale. La mia fotocamera digitale è una Sony A7 III e la mia fotocamera a pellicola è una Pentax K1000. È divertente perché in realtà non ho mai avuto altre fotocamere a pellicola. Stavo pensando di passare a una macchina fotografica da 120 mm, ma per ora continuo a usare questa. Non mi piace fare molta pianificazione, quindi credo che la maggior parte delle volte non prendo nient’altro oltre alla macchina fotografica. Se prendo qualcosa sarebbe una piccola luce o qualche oggetto di scena che vorrei usare per lo scatto.

C’è uno scatto a cui sei più legato? Puoi raccontarcelo?

Se dovessi scegliere una sola immagine, forse questa. Questa immagine è stata scattata intorno alle 2 del mattino del 1° gennaio 2019. Questo è stato il giorno in cui ho iniziato questa serie che ho intitolato ‘the sky is a painting’ di scatti notturni. Questa rappresenta tutte le altre immagini notturne simili che ho fatto. Mi sono sempre sentito legato alla notte e al cielo. Ero abituato a fissare molto il cielo e ad avere uno di quei momenti in cui mi rendo conto di quanto siamo piccoli. Mi piace giocare con questa idea dell’umano contro l’universo. In futuro vorrei fare un libro fotografico con tutti i miei scatti atmosferici notturni.

Ci sono artisti che segui o ai quali ti ispiri?

Certo, ci sono altri fotografi che seguo attraverso i social media che trovo stimolanti, per lo più penso che ciò che mi attrae sia un punto di vista personale del mondo e della vita. Alcuni artisti che consiglio vivamente di vedere sono Mia Novakova, Maya Beano, Tristan Hollingsworth e Edie Sunday, per esempio. Tuttavia penso che ciò a cui mi ispiro di più siano i film. Alcuni registi che mi hanno ispirato sono David Lynch, Jonas Mekas, Teresa Villaverde, Wong Kar-Wai e Robert Bresson.

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Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri

Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri

Giulia Guido · 2 giorni fa · Photography

Lucas Cerri è un fotografo francese, nato a Cannes, che spazia dalle fotografie di viaggio ai ritratti, ma la vocazione per quest’arte è arrivata quasi per caso. 

Infatti, Lucas nasce come musicista, poi col tempo, oltre a esprimere emozioni, pensieri e sentimenti attraverso note e melodie, ha cominciato a fare anche attraverso le immagini. 

Da allora, che fosse analogica o digitale, la macchina fotografica ha sempre fatto parte delle sue giornate. 

Scorrendo il suo sito e addentrandoci nel suo portfolio possiamo notare fin da subito come Lucas Cerri riesca a spaziare dalla fotografia di viaggio, con cui ci porta in ogni angolo del mondo, dall’Islanda agli Stati Uniti, dal caldo Portogallo alla fredda Norvegia, a ritratti intimi e delicati. 

Tra i suoi lavori il nudo ha un ruolo preponderante e il corpo, con le sue forme e le sue linee, diventa quasi una scultura da catturare in tutta la sua naturalezza. Spesso, i corpi che scatta si trovano immersi nella natura, quasi sovrastati da essa e guardando le fotografie di Lucas Cerri sentiamo quel senso di libertà che proviamo quando ci immergiamo nelle profonde acque del mare, o quando corriamo lungo campi desolati. 

Qui sotto trovi una selezione di scatti, ma per scoprire tutti i lavori di Lucas Cerri visitate il suo sito e seguitelo su Instagram

Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri
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Corpi in libertà, la fotografia di Lucas Cerri
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Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 

Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 

Giulia Guido · 5 giorni fa · Photography

Ai margini della società globalizzata – quella della sindrome da workaholism – e ai margini del giorno ha sempre vissuto una società che non si è mai posta confini o limiti di alcun tipo. È qui, tra le gente della notte, che dal 2018 al 2021 la fotografa Carolina Lopez ha vagato munita della sua macchina fotografica. 

Carolina Lopez è una giovane fotografa di origini latinoamericane che lavora tra gli Stati Uniti e l’Europa, dove ha preso vita il suo ultimo progetto fotografico “Les Nuits Fauves”. Le donne che popolano la vita notturna di città come Berlino, Praga, Londra, Las Vegas, Parigi e Milano sono le protagoniste dei suoi scatti. 

Con un’estetica super satura e un taglio quasi documentaristico il lavoro di Carolina è un’analisi sulla società consumistica, superficiale ed evidentemente ossessionata dalla moda e dall’estetica. Il flash accecante sella macchina fa luce su alcuni elementi, lasciandone altri totalmente al buio e restituendo quell’aspetto fugace e misterioso della notte. 

Grazie a una campagna di crowdfunding “Les Nuits Fauves” è diventato un libro ed è stato pubblicato dalla casa editrice italiana Selfself Books. Qui sotto potete trovare alcuni scatti del progetto, ma scopritelo per interno sul sito di Carolina Lopez e sul suo profilo Instagram

Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 
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Le donne della notte negli scatti di Carolina Lopez 
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Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck

Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck

Anna Frattini · 5 giorni fa · Photography

Abbiamo già parlato di Linecheck, l’evento dedicato all’ecosistema musicale italiano e internazionale. Ci siamo andati anche noi e – attraverso la lente di Andrés Juan Suarez – questo è quello che abbiamo visto. Abbiamo respirato aria di novità in un’occasione di incontro e confronto che ci ha permesso di scoprire i nuovi talenti e molte delle nuove tendenze musicali. Insomma, un evento imperdibile nella cornice della Milano Music Week. Le nostre esibizioni preferite sono state quelle di Daniela Pes, 72-HOUR POST FIGHT e Post Nebbia. Quest’anno il tema era #ManyKisses, con la volontà di vedere la musica come un’ecosistema: una comunità poliamorosa che cresce attraverso il dialogo continuo tra i suoi membri, la circolazione di energia ispiratrice e creativa insieme allo scambio fra personalità affermate sulla scena e artistə emergenti. 

ph. Andrés Juan Suarez

Tutto quello che abbiamo visto al Linecheck
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Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini

Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini

Claudia Fuggetti · 1 settimana fa · Photography

“Come vivremmo se non avessimo dei modelli di genere già precostituiti?

È questo il quesito che si pone il progetto Gender Theory della fotografa e filmmaker Rossella Agostini. Dopo essersi laureata in direzione della fotografia presso il Columbia College di Chicago, l’artista ha deciso di focalizzare la sua ricerca sulla celebrazione dell’individuo in quanto tale e il suo rapporto con il mondo circostante.

L’esplorazione delle relazioni interpersonali sono evidenziate da un tipo di estetica che predilige soggetti visibili da lontano collocati in spazi vuoti: insieme alla valorizzazione di bellezze fuori dal comune Rossella crea così una coerenza narrativa. L’artista ha descritto la sua serie fotografica così:

“Gender Theory è una serie fotografica che rifiuta l’idea del binarismo di genere e ne esplora una realtà dove questa non sia una costruzione sociale. Accenna a temi come l’identità e la sessualità e dimostra come il sesso biologico, l’identità di genere e l’espressione di genere non sempre combacino”.

Attraverso un elegante gioco di ruoli, le immagini di Rossella raccontano una storia capace di arrivare immediatamente al pubblico, non è un caso che Gender Theory abbia vinto il London Photo Festival nel 2018.

Visita il sito dell’artista qui.

Gender Theory, il progetto fotografico di Rossella Agostini | Collater.al
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