Per parlare di questa surreale storia dobbiamo prima di tutto presentarvi Joanna Hogg.
Nasce a Londra nel 1960, figlia del vice-presidente di un’agenzia assicurativa frequenta le elementari presso la prestigiosa West Heath School, una scuola indipendente a Sevenoaks, nel Kent. Dopo essersi laureata si trasferisce a Firenze dove studia fotografia e inizia ad interessarsi al cinema. Dirige brevi film sperimentali in super 8 e uno di questi, dedicato alle sculture cinetiche di Ron Haselden, le permette di iscriversi alla National Film and Television School di Londra nel 1982. Per il suo esame di tesi la Hogg dirige il cortometraggio Caprice, con protagonista quella che poi diventerà una delle attrici più brave e carismatiche degli ultimi 10 anni, Tilda Swinton, ed è qui che inizia la nostra storia.
Tilda Swinton e Joanna Hogg si incontrano per la prima volta proprio alla West Heath School, erano in classe insieme alle elementari – con loro c’era anche Diana Spencer, sì quella Diana.
Secondo la Swinton il loro rapporto era di “odio reciproco” ma che in realtà nascondeva un legame intrinseco, che si basava sulle sensazioni di disagio e imbarazzo che entrambe provavano all’epoca in un contesto molto elitario. La Hogg cambia scuola durante l’adolescenza e le due si perdono di vista. Nel 1986 però, Joanna sceglie la 26enne Tilda come protagonista – lanciando di fatto la sua carriera – del suo film/tesi con il quale poi superò l’esame finale alla National Film and Television School.
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Caprice è un cortometraggio di 26 minuti in cui la protagonista Lucky viene letteralmente inghiottita dalle pagine di una rivista di moda che dà il titolo al film. Matilda Swinton – così accreditata nei titoli – si muove tra atmosfere oniriche attraversando i diversi articoli del magazine: si trova coinvolta in un editoriale di alta moda, in una danza New Wave e in mille altri contesti tipici di una rivista che si occupa di moda. Lucky è la lettrice “numero 1” di Caprice e durante il film sembra quasi che questa sua passione, che l’ha portata ad essere inghiottita dalla rivista stessa, la logori poco alla volta. “Al centro ci sono le pressioni esercitate su una giovane donna dalla pubblicità per comportarsi e apparire in un certo modo” ha dichiarato la Hogg. “Mi interessava molto il modo in cui una giovane donna pensa a se stessa, o il dubbio su come sembra e su come appare. E poi la contraddizione in me in quel momento di essere davvero interessata alla moda e alle riviste di moda. Volevo abbracciare la contraddizione che sentivo come una giovane donna che amava le riviste di moda, ma anche capire il lato oscuro di ciò che rappresentavano per qualcuno che voleva disperatamente essere accettato”.
Come una novella Alice nel paese delle meraviglie, Lucky entra in un mondo che la affascina ma che allo stesso tempo la consuma e la spaventa. Una storia “giocosa ma anche molto seria” che affronta temi estremamente contemporanei e latenti del mondo della comunicazione legata alla moda, in chiave esasperata e surreale.
La Hogg e la Swinton continueranno a lavorare insieme negli anni. L’ultimo film diretto da Joanna Hogg ad esempio, The Souvenir: Part II, è interpretato dalla Swinton e nel cast c’è anche sua figlia Honor nel ruolo di una studentessa di cinema. Tilda Swinton ha commentato così la sua partecipazione a questo film chiudendo un cerchio aperto all’epoca della West Heath School: “È una specie di miracolo per me vedere la storia della mia più vecchia amica tracciata dalla mia stessa figlia con tanta grazia e comprensione”.









