Mettiamola così: a me il brandy non piace. Lo so, lo so, so già cosa state pensando, e ho trovato qualcuno che supporta tutte le vostre idee su questi presunti piaceri della vita usando il brandy persino per disegnare. Io son bionda, preferisco la vodka alla fragola (si, so anche questo, evitiamo commenti inutili, mh). Ma torniamo a noi.
Capita che una sera in un pub di Liverpool tale Carne Griffiths si ritrovi per caso a scagliare del brandy su un tovagliolo, ottenendone un risultato che lo porterà ad essere lartista affermato che è oggi. (Tutto partì da unidea grandiosa: eroinomani e ponti. Se vuoi leggere la storia completa di quella sera clicca qui).
Poi finisce che Carne Griffiths ci prende gusto, ci butta pure la vodka, il tè per finire col più classico inchiostro e combina delle macchie e delle linee e da queste linee nascono dei volti, e dai volti, sofferenti e sofferti, nascono persino dei fiori e delle piante.
È lincuria la cifra di questo artista. Su tele completamente grezze e mal tagliate, nascono opere che hanno origine da un gesto trasandato, da un gettar via qualcosa di buono in modo del tutto noncurante. I volti che ne scaturiscono sembrano sopraffatti da un totale stato di abbandono; a tal punto lasciati al tempo, al logoramento naturale, a se stessi che le erbacce ci crescono sopra. Il colore cola, grezzo e un po sciatto, su visi soltanto fintamente nitidi che trascurano persino limportanza delle barriere fisiche, della biologia creando uno sfondamento che è sia umano che prospettico.
Potete visitare il curatissimo (toh) sito di Carne Griffiths che è praticamente un sito eCommerce.
P.S. A proposito del sito eCommerce, vorrei dire a coloro che mi conoscono e che mi stanno leggendo che questi disegni starebbero proprio bene a casa mia. Ma io non lo sto dicendo perché Natale è alle porte eh, lo dico così, pourparler.