È stato un caso. Solo un caso fortuito.
Sono a lavoro, davanti al mio computer che fingo di interessarmi alle chiacchiere dei colleghi, quando mi arriva un messaggio dalla mia ragazza. Cambio scheda del browser per vedere di che si tratta: questa mattina Facebook le ha ricordato un vecchio post, condiviso sulla sua bacheca anni fa. È un post di CocaColla.it.
Clicca e quello che scopre le cambia la giornata.
Cambia la giornata di tutti noi. Per sempre.
È così infatti che scopriamo che dal 30 aprile 2016 CocaColla.it non è più una piattaforma della Coca Cola Company. Il dominio è stato acquistato da un qualche genio spagnolo che sulla scia del nuovo payoff “Efervescencia y sabor” racconta il meglio del porno amatoriale latino (e non). Tette, mica bollicine. Ora a voi risulterà poco interessante ma per noi è stata la svolta della giornata. Un colpo di scena clamoroso, anche per una serie di letture escatologiche, la vita, la morte, l’arte e i cazzi. Tantissimi cazzi.
Noi eravamo riusciti ad elaborare un trauma vecchio di 4 anni solo da qualche giorno e BAM!
Ora per i più piccini magari è meglio fare un passo indietro. Proverò a non dilungarmi troppo su tutto tutto, che la storia per intero la trovate QUI. Proverò a fare una sintesi, voi immaginatela come un flashback vintage raccontato dalla voce dei documentari di Piero Angela o da Carlo Lucarelli:
È il 2012, febbraio, fa freddo. Ricevo una telefonata da Gabriele, dobbiamo vederci subito che è successa una cosa al di fuori dalla nostra immaginazione. Ci diamo appuntamento a casa mia, ci sarà anche Luca, e Gianluca, la voce di Gabriele è emozionata e sconvolta allo stesso tempo. Non so cosa stia per succedere.
Ancora un passo indietro. È maggio 2010, sono i miei ultimi mesi romani. Ricevo una telefonata da Luca. Lui e altri amici catanesi, alcuni non li conosco ancora, hanno messo su un blog, un progetto senza pretese, di cazzeggio, nato durante una partita a poker tra 6 persone, lui, Gabriele, Gianluca, Emanuele, Gustavo ed Enzo, tutti appassionati di advertising. Si chiama CocaColla.it. Il logo è formato da un lettering calligrafico molto street affiancato da un tubetto di colla tipo vinavil. Mi chiede se mi va di farne parte. Diventerò il settimo. Scriverò il mio primo articolo per il giorno del mio compleanno, il 6 luglio 2010.
È di nuovo febbraio 2012, siamo a casa mia, sono appena arrivati anche Luca e Gabri e siedono sui divani, io sto versando dell’amaro. Gabri è mesto e sorridente, pare un tossico bipolare appena uscito da un concerto di Celine Dion. Ci mostra una foto sul telefono: è una lettera. Proviene dall’ufficio legale della Coca Cola Company. Ci hanno mandato due lettere di diffida che ci intimano di chiudere il blog e di cedere loro il nostro dominio, cocacolla.it. Tutto in meno di una settimana.
Seguono 2 mesi di delirio: prima euforia, immotivata e incosciente. Contattiamo avvocati e l’umore cambia, tentiamo di parlare con Coca Cola, senza successo. Poi organizziamo un trasloco, faticosissimo e folle, inventiamo un altro nome, scriviamo un editoriale, realizziamo un kit informativo. La notizia dilaga. Ne parlano tutti. Tutti. Quotidiani, giornali online, magazine, blog di qualunque settore e forma e natura. Veniamo parodizzati su una radio indipendente, intervistati da noti gruppi editoriali, su Twitter diventiamo trend topic per 3 giorni di seguito. Ne parlano tutti, musicisti, giornalisti, influencer mainstream e improvvisati. Diventiamo un caso di studio per addetti ai lavori. E poi decine di illustratori e artisti iniziano a mandarci artwork per supportarci.
Qualcuno la interpreta come una geniale mossa di rebranding. Siti e blog di avvocati ci offrono consulenze legali, altri ci condannano.
Noi pariamo i colpi, raccontiamo senza condannare, solo spiegando, mai drammatizzando, sempre cazzeggiando. Ma tra noi rischiamo crisi e scazzi. Dormiamo 2 ore a notte. La mattina a lavoro siamo degli zombie sovreccitati, come Gabriele dopo Celine Dion. Come Povia dopo due botte di chetamina in un video su facebook con Sara Tommasi fatta di momendol nel suo periodo d’oro.
È settembre 2012. Sono passati dei mesi. Noi abbiamo iniziato Collater.al.
Un pezzo alla volta abbiamo ricostruito tutto. Ci conoscono in tanti dopo tutta questa storia. Siamo a pezzi ma pieni di nuove idee. Un giorno qualunque ci arriva un invito: CocaColla.it è candidato a un premio per la Blog Fest, anzi due premi, ma il primo è quello che oggi ci fa sorridere e chiedere se non sia stata tutta una grottesca profezia di Paolo Fox: siamo candidati come Miglior Blog Andato a Puttane.
Non vinciamo, quella volta.
Abbiamo vinto oggi.