Qualche settimana vi avevamo presentato Studio Studio Studio, la nuova realtà interdisciplinare di Edoardo Tresoldi e, proprio in quell’occasione, avevamo iniziato a parlare del primo progetto “Gharfa”, realizzato insieme ad Alberonero, Max Magaldi e Matteo Foschi in occasione del festival Diriyah Oasis.
Oggi, dopo settimane di attesa, il padiglione esperienzale è stato finalmente svelato.

Gharfa si presenta come un’immensa scultura attraversabile che riproduce le forme delle rovine locali, raggiungendo un’altezza di 26 metri.
L’opera è la perfetta fusione delle abilità dei quattro artisti italiani: Tresoldi dà forma a questa vera e propria fortezza che da fuori lascia soltanto intravedere ciò che si trova all’interno;
Alberonero con l’installazione Duna, realizzata con del tessuto semitrasparente, trasporta lo spettatore alla scoperta dell’opera, immergendolo in uno spazio in cui il confine tra visibile e invisibile sfuma.
Poi, al centro di Gharfa trova spazio l’installazione green di Tresoldi e Matteo Foschi in cui la vegetazione crea un contrasto originale e inedito con i materiali industriali, mentre il racconto sonoro curato da Max Magaldi che fa risaltare ogni singolo elemento.
Il padiglione riesce brillantemente a fondere digitale e analogico, antropico e naturale, organico e geometrico, presentando opere che possono essere vissute singolarmente o come parte di un tutto più grande, ma ha anche la forza di unire quattro differenti capacità artistiche.
Il racconto di Gharfa è stato diviso in due capitoli, il primo è “Chapter 1_Light up” che mostra l’anima dell’opera di notte.
La seconda parte si chiama “Chapter 2_Shine through”, che propone Gharfa vista di giorno.
PH: Roberto Conte