Icy e Sot sono due giovani artisti nati originari di Tabriz, Iran, ma attualmente residenti a Brooklyn, New York.
La loro carriera artistica è iniziata nel loro paese natale nel 2006 circa, con l’intento di lasciare un segno tangibile di rivolta e protesta, ma non solo, per le strade della loro città.
Tramite le loro opere vogliono affrontano temi delicati e attuali come: i diritti umani, la detenzione, i diritti delle donne, le condizioni dei migranti e dei rifugiati, il cambiamento climatico o le insidie del capitalismo.
Il loro impegno e il loro lavoro si riflette anche nei materiali utilizzati per le loro opere d’arte: filo spinato, filo di ferro, vecchie pale arrugginite o lattine di petrolio.
Tutti gli oggetti che gli artisti usano e personalizzano danno vita a opere d’arte piene di poesia e fragilità.
Tuttavia Icy e Sot non intendono fare la predica a nessuno, le loro opere piene di significato e provocazioni vogliono solamente far riflettere chi le guarda. Come nella loro ultima opera: “Our house is on fire”.
Un’idea nata dal celebre discorso di Greta Thunberg, dove la giovane svedese mette in luce i problemi derivanti dai cambiamenti climatici.
“Noi dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra e dobbiamo focalizzarci sull’uguaglianza e se le soluzioni sono impossibili da trovare in questo sistema significa che dobbiamo cambiarlo. Voi non avete più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.”
Un discorso che ha fatto breccia nel cuore di molti, invitando al cambiamento. Gli artisti iraniani hanno creato una silhouette di una casa e l’hanno poi incendiata.
Per quanto tempo lasceremo bruciare questo pianeta prima di fare qualcosa?
Icy e Sot con grande maestria, riflettono la verità del nostro tempo attraverso il loro linguaggio e la trasformano in un’opera d’arte.