Intelligenza Artificiale: nuovi orizzonti e nuove prospettive

Intelligenza Artificiale: nuovi orizzonti e nuove prospettive

Laura Tota · 2 mesi fa · Photography

Negli ultimi anni l’Intelligenza Artificiale ha rivoluzionato in modo intenso moltissimi settori, non ultimo quello della fotografia. L’integrazione dell’AI nella fotografia ha aperto un mondo di possibilità, consentendo ai fotografi di disporre di strumenti potenti non solo per migliorare la loro creatività e produrre immagini straordinarie, argomento più spinoso e dibattuto, ma anche per semplificare i flussi di lavoro. Dai processi di modifica automatizzati al riconoscimento intelligente delle immagini, l’AI sta rimodellando il modo in cui si creano, modificano e condividono le fotografie. I puristi delle immagini diranno che attraverso l’AI ogni immagine, anche la più surreale e svincolata dalla realtà, diventa fattibile, contrariamente a quanto succede con la fotografia che ha bisogno di uno strumento ottico per essere realizzata. Il potenziale di questa nuova tecnologia sta, a mio avviso, nel modo in cui la si percepisce: come un mezzo o come un fine. Una cosa è certa, l’AI sta trasformando il paesaggio fotografico e il futuro della narrazione visiva e ognuno dovrà imparare a conviverci. 

Se si guarda al passato, abbiamo già vissuto altri passaggi epocali molto simili. Con l’ingresso della fotografia, per esempio, la pittura ha potuto svincolarsi dalla sua funzione documentaristica passando il testimone alla nuova pratica. La stessa cosa, è successa con l’introduzione della fotografia digitale e con i software di post-produzione: una minaccia iniziale che ha aperto nuove possibilità per la fotografia (generando anche nuove professionalità) e che ha restituito alla fotografia analogica un’aura di autenticità che rischiava di andare persa (sebbene gli interventi di post produzione fossero possibili anche in camera oscura). L’automatizzazione dei processi di editing, il riconoscimento di pattern negli stili di editing e la loro replica su più immagini attraverso l’AI garantiscono coerenza in una serie di fotografie, consentendo un notevole risparmio di tempo per i fotografi. Inoltre, l’intelligenza artificiale ha dimostrato un grande potenziale nel restauro e nell’upscaling delle immagini. Con l’aiuto di modelli di deep learning, vecchie fotografie danneggiate possono essere preservate consegnando ricordi preziosi per le generazioni a venire.

Inoltre, molti autori si avvalgono dell’AI durante il processo di realizzazione di proprie immagini. L’intelligenza artificiale può infatti analizzare lo stile di un singolo fotografo (a partire dalle sue foto) e suggerire nuovi approcci o composizioni che si allineano con le loro preferenze creative, spingendoli a sperimentare ed evolvere la loro visione artistica. A mio avviso, riservando all’AI una funzione meramente strumentale, si possono aprire scenari produttivi per fotografi che possono semplificare il workflow e migliorare le immagini, senza perdere la peculiarità della propria ricerca. Quello che si rimprovera alle immagini generate tramite AI (quindi tramite un prompt) è una sorta di appiattimento estetico, un’uniformità formale che le rende fin troppo facilmente identificabili, sebbene questa tecnologia stia imparando sempre più velocemente a simulare la realtà (ricordo che quando muoveva i primi passi, l’AI non era assolutamente in grado di ricreare le mani, cosa che adesso le riesce abbastanza bene).

Bisognerebbe educare lo sguardo alla lettura delle immagini, permettere a ognuno di noi di riconoscere un’immagine AI da una scattata. Questo passaggio diventa fondamentale soprattutto nella costruzione della realtà, nella ricerca delle informazioni necessarie a decodificare il Mondo che è sempre più legata alle immagini. Quello che va stabilito, è dunque l’utilizzo e la pratica dello sguardo legato alle AI, tema che andrebbe introdotto addirittura nelle scuole, visto che sempre più viviamo in una società costruita sulle immagini. 

A sostegno di ciò, ad accompagnare il testo trovate dei lavori realizzati attraverso Intelligenza Artificiale da Andrea Baioni, fotografo italiano specializzato in fashion e backstage photography, che da qualche tempo sperimenta sia con Midjourney sia con Stable Diffusion, due dei principali software utilizzati per generare immagini. Il vostro sguardo si perderà cercando di capire se le immagini sono possibili o no, se delle modelle si sono davvero immerse nell’acqua con dei vestiti di Valentino, o addirittura se hanno davvero sfilato in passerella o è stato tutto creato grazie a un codice.  

ph. courtesy Andrea Baioni

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Il mondo mondano di Nicolò Rinaldi

Il mondo mondano di Nicolò Rinaldi

Collater.al Contributors · 5 giorni fa · Photography

Il fotografo italiano di street e lifestyle Nicolò Rinaldi compie una vera e propria esplorazione del mondo quotidiano in chiave fotografica. Dopo aver iniziato con la fotografia di paesaggi e esterni, Rinaldi si specializza nel campo della fotografia documentaristica e street, identificando cliché e abbracciando l’ordinario in situazioni affollate. Nella serie Mondo Mondano, Rinaldi si addentra nel cuore della movida sociale. Il vivace tessuto delle feste e dei festival vibra nei suoi scatti e riflette l’eccentricità del contemporaneo. Glitter, drink, luci stroboscopiche, occhiali da sole, si mescolano a tatuaggi, baci, grida e cappelli stravaganti in un’affascinante indagine sociale. Tutto è realizzato in analogico, trascendendo il tempo e scegliendo una narrativa più autentica.

Courtesy Nicolò Rinaldi

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Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang

Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang

Claudia Fuggetti · 6 giorni fa · Photography

Fish Zhang, conosciuta su Instagram con l’account fiiiiiish, è una giovane fotografa di Tokyo che racconta il mondo che le gravita intorno. Il suo sguardo è molto particolare e spesso le immagini che propone al pubblico generano un sentimento di incertezza e destabilizzazione, che in inglese si riassumono benissmo con il termine “weird”. Le pose vengono smorzate da un mood narrativo che tende più a cogliere l’attimo che a illustrare ogni singolo momento di una storia. La sessualità trova ampio spazio nella sua produzione fotografica, che ci ricorda in parte lo stile di Ren Hang, del quale abbiamo precedentemente parlato qui. La donna è rappresentata senza artifici, ma con semplicità e realismo, nonostante negli scatti ci sia un grande senso compositivo.

Visita il sito di Fish e dai un’occhiata ai suoi lavori nella gallery.

Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al  Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al Strano è bello, gli scatti NSFW di Fish Zhang | Collater.al

Courtesy Fish Zhang

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Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar

Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar

Claudia Fuggetti · 7 giorni fa · Photography

Lou Escobar è una fotografa e film-maker francese con base in California che realizza splendide immagini caratterizzate da uno stile fortemente cinematografico. Le atmosfere glam e patinate sono la sua passione e tutti i suoi scatti, anche quelli NSFW, sembrano estrapolati dalle scene di un film hollywoodiano. Le donne immortalate da Lou Escobar sono a loro agio con il proprio corpo e diventano icone di un tipo di sessualità audace, che trasmettono libertà e sensualità, anche solo attraverso lo sguardo.

Tra le sue pubblicazioni non mancano nomi di magazine di moda come Schon e Cake Magazine, mentre il Marsatac festival lo ha scelto per l’adv dell’edizione 2018. I suoi racconti visivi sono ipnotici e non ci si stanca mai di guardarli; se vuoi conoscere altri lavori puoi dare un’occhiata al suo profilo Instagram che trovi qui.

Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar
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Lo stile cinematografico e NSFW degli scatti di Lou Escobar
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Cosa succede quando la galleria del telefono diventa un progetto fotografico?

Cosa succede quando la galleria del telefono diventa un progetto fotografico?

Giorgia Massari · 1 settimana fa · Photography

«Un progetto rischioso, un po’ come il writing», ci spiega il fotografo catanese Salvo Sibilla parlandoci del suo progetto di street photography dal titolo Sani e Salvi. Si tratta di un progetto che non nasce per essere tale. Una raccolta di scatti amatoriali privati, fatti con l’iPhone, che acquistano una dimensione pubblica. Tutto ha inizio nel 2020 quando Salvo inizia a scattare in strada, un po’ per cercare compagnia in una nuova città – che nel caso di Milano è capace di farti sentire molto solo -, un po’ per catturare la stravaganza intorno a lui, alla quale non era abituato. Nell’estate del 2022 decide di renderlo pubblico e di condividere una parte della galleria del suo smartphone. Salvo racchiude in un unico progetto i suoi scatti amatoriali “pieni di luci, di volti e di vite”, come afferma il suo collaboratore e amico Loris Di Bella. Snaturate della loro dimensione intima, le fotografie “anti-etiche” – usando le parole di Salvo – prendono vita dialogando tra loro e accorgendosi della presenza di un grande comune denominatore: l’immediatezza stratificata alla stravaganza.

Ma Sani e Salvi non rimane solo a Milano. Viaggia per diverse strade e per diverse città, da Milano ad Amsterdam, da Rotterdam a Sestri Levante, da Finale Ligure a Pedara e, infine, da Bologna a Catania, città natale di Salvo Sibilla. I soggetti preferiti di Salvo sono le persone anziane, lui stesso ci racconta il motivo di questa scelta. «Il primo motivo, quello più umano, è perché mi ricordano i miei nonni, le persone che mi mancano di più da quando mi sono trasferito a Milano. Sono una persona molto romantica e per questo cerco questo aspetto anche nei miei scatti. Nelle persone anziane ritrovo lo stesso animo puro e gentile dei miei nonni».

Questo progetto diventa per Salvo Sibilla una sorta di terapia di adattamento in una nuova città. Provenendo da Catania e approdando a Milano, le differenze culturali sono molte. «Mi piaceva camminare in strada e osservare tutto quello che stava intorno a me. Venendo da una piccola città come Catania, purtroppo nasci con degli stereotipi e dei limiti mentali. Quando sono arrivato a Milano, questi limiti visivi sono iniziati a cadere, tutti quegli aspetti che all’inizio giudicavo come stravaganze sono diventate oggi normalità». Le fotografie diventano quindi un modo di relazionarsi alla nuova quotidianità e, allo stesso tempo, di scoprire una nuova città. In questo senso, è interessante sottolineare l’approccio fotografico di Salvo Sibilla, che lui stesso descrive come “un po’ anti-etico“. «La mia tecnica è quella di agire come un turista. Mi fermo facendo finta di cercare una via e scatto la fotografia alla persona, molto da vicino», ci spiega «Molto spesso le persone anziane non se ne accorgono, così come i miei nonni anche se loro, con il tempo, hanno imparato a riconoscere la mia metodologia e ora sono molto contenti quando li scatto, si sentono un po’ i protagonisti».

«Sani e Salvi può dirsi che è nato da poco e ha ancora tutto da scoprire e che è arrivato alla fine, guadagnando di saggezza», si legge sempre nel testo di Loris Di Bella. Il progetto quindi non finisce qui anzi, diventa per Salvo Sibilla un punto di partenza che gli ha insegnato «a non mollare mai», come ci confessa Salvo, che chiude l’intervista citando la frase di un suo amico: “continua a fare quello che fai a prescindere da tutto e tutti”.

Courtesy Salvo Sibilla

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