Il senso vero della Street Art risiede nel suo essere abusiva, sovversiva e politica, nella sua accezione etimologica. Il suo valore è determinato dal contesto, dal rapporto empatico fra artista e paesaggio e sul meccanismo di partecipazione che innesca. Le opere sviluppano il loro significato all’interno di un luogo, vanno vissute, nascono e muoiono.
La Street Art deve causare un processo comunicativo e metacomunicativo della realtà urbana. La sua natura eversiva è il segno di una spontanea reazione sociale, esprime un bisogno che la società non riesce a comunicare perché soffocata dalla comunicazione commerciale.
Ce lo stanno insegnando Banksy, Vhils, JR, Escif, Blu, Yola, Murmure, Os Gemeos. Ce lo sta insegnando Julien Malland aka Seth.
Seth è un artista francese e un documentarista che gira il mondo e dipinge murales specifici, ispirato dalle tradizioni, dal contesto culturale del paese in cui si trova. Ha lavorato nelle zone rurali dell’India, Ucraina, Vietnam, Indonesia, Cina e Messico, Sud Africa, solo per citarne alcuni.
Il suo stile è sempre riconoscibile ma dimostra al contempo una profonda comprensione delle culture, dei luoghi che respira, delle memorie, delle diversità, creando un filo conduttore tra realtà differenti.
È sempre fondamentale il dialogo che larte urbana instaura con il passante, è sempre fondamentale avere un messaggio.
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