L’illusione della calma nelle illustrazioni di Kento IIDA

L’illusione della calma nelle illustrazioni di Kento IIDA

Tommaso Berra · 1 anno fa · Art

Avete presente il cielo di certi giorni di estate, quando non si riuscirebbe a trovare una nuvola a chilometri di distanza e tutto ciò che è sopra la nostra testa è di un azzurro delicato, colore del più dolce degli zuccheri filati? L’illustratore Kento IIDA trova in questo clima di calma l’ispirazione per le sue opere, immagini di paesaggi tranquilli ma che lasciano un clima di sospetto, come se da li a poco succederà qualcosa di imprevisto, o come se qualcosa di imprevisto sia appena successo, lontano dagli occhi di possibili testimoni.
In queste vignette ci sono sempre elementi o segni che suggeriscono un movimento che rompe la qiuete, qualche volta il movimento è già avvenuto o in corso, come nel caso delle macchine che si lanciano dai ponti o di missili spaziali che alzano al cielo nuvole spigolose come sculture in marmo.

Kento IIDA (che ha base a Tokyo) riprende nelle sue illustrazioni elementi della tradizione giapponese, compaiono così in queste scene ambigue palazzi tradizionali e vedute di cime innevate che rimandano al monte Fuji, ma anche giocatori di baseball, sport nazionale in Giappone e probabilmente il preferito dall’artista.
Nelle vedute non ci sono solo cieli limpidi però, la poesia è data anche da nuvole, spesso singole e isolate, o da cieli cupi che suonano come un presagio, in un tempo sempre più sospeso e incerto.

Kento IIDA | Collater.al
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Le opere auto generate di Vickie Vainionpää

Le opere auto generate di Vickie Vainionpää

Tommaso Berra · 1 anno fa · Art

L’espressione artistica ormai non è più vincolata solamente al gesto manuale, e in alcuni casi nemmeno alla scelta dell’artista. Le opere di Vickie Vainionpää seguono infatti quel filone artistico in cui le opere sono il risultato di codici, di un’algoritmo che crea soluzioni imprevedibili rielaborando informazioni di base. L’artista di Montreal realizza le sue opere attraverso un codice generativo, il quale traccia un certo numero di punti posizionati in un piano cartesiano.
Il risultato è quello di forme attorcigliate come budelli o creature organiche extraterrestri, nelle quali anche il colore e le sfumature sono dettate dal codice generativo.

Le forme sono poi la base di partenza di dipinti ad olio su tela, nelle quali le forme digitali acquistano una presenza e una materia attraverso la trama del supporto, le ombre e la stesura del colore. Alcune di queste tele sono da poco esposte a New York, all’interno della galleria The Hole NYC per la personale dell’artista intitolata “Software”.
Nelle opere di Vickie Vainionpää il rapporto tra uomo e macchina si fonde, l’esperienza fisica e quella virtuale diventano interconnesse fino a confondere la genesi di tutto. Chi crea? Chi è creato da chi? Una serie di domande che aiutano a leggere e complicare il presente.

Vickie Vainionpää | Collater.al
Vickie Vainionpää | Collater.al
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Le opere auto generate di Vickie Vainionpää
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Dr. Martens e MI AMI continuano a supportare i giovani talenti

Dr. Martens e MI AMI continuano a supportare i giovani talenti

Giulia Guido · 1 anno fa · Art

È ricominciata quella stagione fatta di aperitivi all’aperto, lunghissime pedalate di notte e musica dal vivo in giro per la città. Tra i primi appuntamenti, lo scorso giovedì presso lo store di Dr. Martens in via Torino, a Milano, il giovane cantante bolognese Ibisco ha presentato in anteprima il suo nuovo singolo “Darkamore”

Ibisco, all’anagrafe Filippo Giglio, è uno dei più promettenti artisti dell’underground italiano ed è stato supportato fin dall’inizio della sua carriera da Dr. Martens attraverso “Project Together”. L’iniziativa è nata in occasione della prima edizione del Tough As You Fest di Dr. Martens che lo scorso ottobre ha riportato il pubblico a ballare al Magnolia in quello che è stato il primo concerto in piedi dopo tanto tempo. 

Il progetto è stato creato in collaborazione con niente meno che il MI AMI, uno dei più importanti festival musicali italiani, punto di partenza delle carriere di artisti come i Thegiornalisti, Coez, Frah Quintale, Mahmood e molti altri.

La serata presso il flagship store milanese in compagnia di Ibisco è stata un’occasione per Dr. Martens per sottolineare ancora una volta l’importanza per il brand di supportare i giovani talenti creativi e tutte quelle persone che attraverso la musica esprimono il proprio essere. È stato anche il momento perfetto per rinnovare il legame con MI AMI che tornerà il 27, 28 e 29 maggio a far scatenare l’intero Magnolia. 

Dr. Martens e MI AMI continuano a supportare i giovani talenti
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Dr. Martens e MI AMI continuano a supportare i giovani talenti
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cmqmartina è un essere umano e ce lo dimostra con “123 medicine”

cmqmartina è un essere umano e ce lo dimostra con “123 medicine”

Cristiano Di Capua · 1 anno fa · Art

Scrivere delle proprie debolezze senza filtri è una delle cose più difficili per gli esseri umani. Eppure cmqmartina (al secolo Martina Sironi, classe ’99) ci è riuscita alla stragrande. Disponibile da venerdì 13 il suo nuovo singolo “123 medicine” per Columbia Records\Sony Music Italy, racconta di come sia importante esorcizzare le proprie debolezze parlandone, rendendole piccole e inermi. Incuriositi dalla persona e dal suo grande attaccamento per la musica (in particolare per quella elettronica), le abbiamo fatto qualche domanda su questo singolo e sui progetti futuri che la coinvolgeranno.

Ciao Martina, partiamo subito con una domanda molto semplice ma mai scontata. Come stai?

Come sto? Domanda interessante, nessuno me lo chiede mai nelle interviste – ride -. Sono presa da tantissime cose, ho una vita davvero frenetica al momento, per cui neanche ho il tempo di fermarmi e capire effettivamente come sto. Sicuramente sono in un bel momento, devo dirlo. Ci sono tantissime cose in cantiere che poi conoscerete con il tempo.

Dopo il tuo album “DISCO 2”, il singolo “123 medicine” segna una nuova fase del tuo progetto. Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo capitolo? Dacci qualche spoiler, cosa bolle in pentola?

Si tratta proprio di un capitolo nuovo. “123 medicine” è un pezzo diverso, scritto piano voce, con cui sento un forte legame emotivo.
I producer con cui ho lavorato poi mi hanno aiutato a costruire questo palazzo meraviglioso, se così possiamo definirlo. Anche a livello strutturale è diverso, è un costante crescendo di musica e sensazioni. Tutta la nuova musica che sto facendo e che farò sarà sicuramente sperimentale, ma sempre mia: un’evoluzione naturale.
Tra batterie trap, violini registrati e svariati synth ci siamo messi davvero in gioco. Fondamentalmente uno degli scopi nel mio percorso artistico è mettermi in gioco e con questo pezzo lo sto facendo per davvero. Anche grazie al producer Mr. Monkey sono riuscita a scrivere in modi nuovi e ne sono molto contenta.

Il brano all’ascolto risulta intimo e delicato, senza mai perdere quella contaminazione elettronica che da sempre è presente nella tua musica. In questo caso, più che mai, è lampante che questo pezzo lo hai scritto per una tua necessità personale. Reputi la musica un’arte che riesce a sconfiggere le tue debolezze interiori?

Assolutamente, la scrittura per me è molto terapeutica. Questo pezzo in particolare lo è stato più degli altri. Il tema dei farmaci/ansia/depressione lo vivo tutti i giorni, pensa che “123 medicine” l’ho scritto in un’unica notte, più difficile delle altre, ma anche grazie a questa cosa sono molto contenta del risultato che abbiamo ottenuto. Lo sento molto mio.

Come ti dicevo, nella tua musica è sempre presente un lato elettronico. Nella tua vita, che peso ha avuto la musica da club?

Sicuramente importante. In realtà ho conosciuto la musica da club e tutto quel mondo abbastanza tardi, non sono mai stata una di quelle ragazzine che andavano sempre in discoteca (mia madre non mi lasciava andare in posti così). Poi a Milano ho conosciuto, anche grazie ai miei amici, tanti posti diversi e allo stesso tempo tranquilli. Molti dei miei ricordi più felici sono proprio quelli che coinvolgono suoni e amici. Quando ho scoperto tutto questo mondo ho provato a portarlo nella mia musica, renderlo più mio e fruibile. C’è stato proprio un momento in cui ho unito le due cose ed è nata cmqmartina. Io vorrei far sentire le persone che vengono ai miei concerti allo stesso modo di come io mi sento quando vado nei club: liberi, felici, con la voglia di ballare anche con gli sconosciuti, senza problemi.

Stanno ripartendo i live show e sicuramente ti vedremo sui palchi in giro per l’Italia. Che importanza ha la dimensione live nella tua musica e come vivi quell’esperienza?

In realtà, ti dico, non sono una di quelle persone che ha iniziato da subito a suonare live. X Factor, da questo punto di vista, mi ha aiutato a capire tutte le dinamiche che accompagnano la dimensione live, è stata una vera e propria scuola per me. Ad oggi sul palco mi sfogo tantissimo e ci sto bene, lo faccio mio. Pian piano sento che mi sto evolvendo, riesco a sentirmi tranquilla e sciolta anche davanti a tantissime persone. Mi piace improvvisare, farmi trascinare dalle cose intorno a me. Ti direi che sono molto istintiva sul palco, cosa che prima non riuscivo a fare, ma che con il tempo ho imparato ad apprezzare davvero.

cmqmartina è un essere umano e ce lo dimostra con “123 medicine”
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Stefano Vitale si è fidato dell’arte popolare

Stefano Vitale si è fidato dell’arte popolare

Tommaso Berra · 1 anno fa · Art

Arrivato negli Stati Uniti, a Los Angeles, per studiare alla University of Southern California, Stefano Vitale cerca un modo per esprimere le sue idee fino a quel momento inespresse utilizzando le competenze che aveva a disposizione. L’arte inizia a figurarsi come lo strumento più preciso e sincero attraverso il quale farlo, così inizia un percorso che lo porta a intraprendere una carriera da artista affermato, grazie alle sue illustrazioni coloratissime e metafisiche, evocative di mondi magici in cui la natura dialoga con l’uomo, in cui le figure sono sospese a mezz’aria in cieli stellati e sotto il sole caldo della Sicilia.

Nei primi anni della sua carriera Stefano Vitale insiste su un soggetto ricorrente, una Madonna con un solo occhio, soggetto certamente influenzato dall’iconografia sacra che ha studiato e approfondito durante tutti i suoi viaggi in Messico e Centro America. “Mi sono sempre fidato di più dell’arte popolare che dell’arte ufficiale” spiega Vitale.
Il suo sguardo verso un’arte elementare si rispecchia nello stile che si serve di linee semplici, lasciando al colore la componente decorativa. I soggetti sono celebrazioni di gioia o di legami primordiali come quello tra madre e figlio o tra uomo e natura. Piante e foglie si sovrappongono ai volti, mentre il cielo è sempre un soggetto centrale delle composizioni, segnalato dalla presenza di stelle luminose o lune che rendono magiche notti e tramonti.
L’attività di Stefano Vitale è poi legata da più di due decenni dalla collaborazione con Donnafugata. Per l’azienda vitivinicola siciliana l’artista illustra le etichette delle bottiglie, rappresentando visivamente un immaginario di sapori e odori che nasce in Sicilia, trova la sua ispirazione dalla musica e dal Gattopardo e si insinua nella memoria sensoriale. Qui di seguito alcune delle etichette realizzate da Vitale per Donnafugata.

Stefano Vitale | Collater.al
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Stefano Vitale si è fidato dell’arte popolare
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