Le fotografie del fotografo cinese Lei Jiang, che vive e lavora a Shangai, partono spesso da un attento lavoro scenografico. Emblematico è il progetto “The mortal Agent (Demigod)”, di cui presenta uno scatto anche al Liquida photofestival 2023 di Torino. La serie di fotografie mostrano un connubio culturale attraverso una coesistenza di icone religiose, in particolare quelle buddhiste, evocate dalle grandi statue di Buddha, e quelle politeiste dell’antica Grecia, sottolineate dalla presenza di sculture classiche. Seppur le tecniche delle due tipologie di sculture siano diverse nei materiali, quelle buddhiste in legno e quelle greche in marmo, nel complesso appaiono in armonia. D’altro canto, il contrasto è evidenziato da un aspetto ironico: spesso le statue greche indossano kimono e tuniche colorate, coprendo da un lato la loro nudità e sdrammatizzando dall’altro la loro incoerenza di contesto.

Lei Jiang realizza “The mortal Agent (Demigod)” con l’intento di indagare il concetto di religione e il suo ruolo all’interno della storia dell’uomo. Il fotografo evidenzia come al mondo esistano più di 4.000 sistemi religiosi, che coesistono tra loro e che esistono per la tendenza dell’uomo a credere a qualcosa di superiore, probabilmente per potersi spiegare certi fenomeni e al contempo per non smettere di sperare. È evidente come la religione sia determinante all’interno di un sistema culturale, influenzandone le abitudini e i comportamenti. Lei Jiang, attraverso questa serie fotografica, esplicita la coesistenza religiosa e la possibile convivenza pacifica, creando una nuova iconografia visiva che tende al surreale.




Il lavoro di Lei Jiang è presente nella selezione del Liquida Photofestival di Torino 2023.