Quello che sappiamo su Magaly Ugarte è così poco da renderla leggenda.
Si dice che il giorno che lei sia nata un aereo sia precipitato a El Paso. Vive in Messico, ama gli ufo, il folk, gli incubi, il Messico e le quesadillas. Per divertimento mette tutti questi ingredienti nel suo pentolone, mescola bene e serve sui piatti di internet i suoi lavori con tanto candore e un po’ di magia. Da quando in quel lontano 1989 CompuServe diffuse un formato digitale di immagini di tipo bitmap, meglio conosciuto come GIF, il jpeg non bastò più a Magaly. Le sue immagini avevano bisogno di movimento.
I suoi progetti di animazione sono così freschi da catapultare in un mondo adolescenziale perfetto dove i brufoli non interagiscono con i primi baci, la fantascienza non è fatta di maschere di ferro e l’amore è una cosa divertente.
Arcobaleni, lampadari che fanno il girotondo, ombre cinesi, ragazze in topless, tramonti e patatine fritte. Sicuramente un mondo creato da femminucce per femminucce degli anni ’10. Tanto pop con sfumature cinematografiche post moderne. Ma le mini storie raccontate da Magaly lasciano un gusto dolce amaro in bocca che troppe volte viene emulato dai visual artist che si riversano sulle pagine del web e nella maggior parte dei casi con scarsissimo successo. Sindacare su quanto questo materiale artistico cambierà il mondo creativo, è piuttosto infruttuoso. Girovaghiamo tra queste gif con la stessa leggerezza con cui son state create (e qualcuno doveva pur farle).