È il 1970 quando nella contea di Lincoln, nel deserto del Nevada, l’artista americano Michael Heizer inizia la costruzione di quella che per dimensioni è tra le più grandi opera d’arte contemporanea site specific mai costruita, occupando un’area di 2×0,4km.
Il 2 settembre finalmente inaugurerà “City“, dopo mezzo secolo di lavori e 40 milioni di dollari spesi per la sua costruzione. A discapito del nome, l’opera assomiglia a una città, o solamente nel suo alternarsi di volumi, rientranze e percorsi, che inseriti nel deserto creano un’ambiente da film fantascientifico come il “Dune” di Villeneuve o Star Wars.
L’ispirazione però è venuta a Michael Heizer mentre era in visita nello Yucatan, intento a studiare le costruzioni precolombiane dei Maya e in particolare Chichen Itza.


Heizer fonde i concetti e le forme di queste costruzioni preistoriche con quelli della città moderna, come per esempio il minimalismo e l’industrializzazione, utilizzando principalmente roccia, cemento e terra compatta.
“City” è un viaggio esplorativo senza percorsi, senza guide e cartelli, ma è concepito come uno spazio libero in cui avvertire il peso e la grandezza dell’opera e delle sue 5 strutture principali.
Per il momento l’ingresso è consentito solo su prenotazione e a un numero massimo di sei visitatori al giorno.












