Paolo Barretta è un fotografo italiano con una ricerca estremamente intimistica e onirica: le sue immagini, sapientemente e cinematograficamente strutturate, traspongono stati d’animo e sensazioni legate alla solitudine e all’inquietudine attraverso il linguaggio fotografico. Vincitore nel 2021 del prestigioso premio Portrait Of Humanity indetto dal British Journal Of Photography, ha esibito le sue opere in Australia, Italia, Francia, India e Irlanda. Collater.al ha scelto di farci raccontare da Paolo Barretta questo scatto, ricco di suggestioni evocative, ma anche elaborato dal punto di vista della post produzione.

Le tue foto spesso traducono gli stati d’animo in immagini. In questo, caso, quale stato d’animo hai voluto rappresentare e perché proprio in questa forma?
Ho realizzato questa immagine durante la quarantena da covid. Rimanere chiuso da solo in casa per più di 10 giorni mi ha dato modo di percepirmi davvero isolato da tutto il resto, dandomi lo stimolo di voler creare qualcosa che potesse rappresentare questa bolla.
Ma non solo, il covid è solo una struttura più generale per imprimere qualcosa di già esistente. Sono particolarmente affezionato al concetto dei luoghi interiori, e con questa immagine ho voluto rappresentare un luogo interno da cui cerco risposte, un luogo in cui provo ad avere un confronto come stesso, un luogo in cui ragione e sentimento sono speculari ma in contrasto.
La forma è stata una conseguenza, non avendo immaginato lo scatto in questo modo. Mi si è palesata l’esigenza di rendere il tutto surreale, come surreale è il luogo che accolgo dentro di me.


Le luci nelle tue foto sono molto importanti per ricreare l’atmosfera giusta. In questo caso, accosti una luce calda a una fredda: qual è lo scopo? Dove hai realizzato questo scatto?
Ho realizzato questo scatto su un vecchio materasso, che in post produzione ho ruotato cercando di farlo apparire come un muro, un supporto, un piano dimensionale.
Le luci nella mia fotografia sono molto importanti, se non indispensabili per la buona riuscita dei lavori. Non saprei dirti il motivo per cui accosti colori freddi a colori caldi, o viceversa. È sicuramente un processo talmente interiorizzato e ben radicato dentro di me che mi risulta complesso definire in poche parole.
I colori sono la mia principale forma di comunicazione emotiva, e forse, li utilizzo in un certo modo per porre l’attenzione su ciò che mi interessa. Per isolare ciò che voglio ed estraniarlo dal tutto.


I due soggetti, separati da una superficie, non si osservano e sono posizionati in una posizione quasi fetale: come hai realizzato questo scatto? si tratta di due soggetti diversi o dello stesso soggetto ritratto in due foto diverse? come hai realizzato la post produzione?
Come detto precedentemente ho realizzato questo scatto ponendomi nudo e in posizione vagamente fetale su di un vecchio materasso. Inizialmente doveva avere una lettura più lineare e cinematografica, ma siccome in fase di post produzione mi lascio molto ispirare dal momento, apro sempre le porte all’imprevisto inaspettato. Spesso è motivo di scoperta.
Il soggetto, ossia io, è scattato una volta. Il suo riflesso specchio è semplicemente lo stesso soggetto invertito nella sua posizione. Ho ricreato il contesto intorno, ruotato l’immagine e fatto sì che entrambi i corpi fossero sospesi verticalmente, enfatizzando l’atmosfera onirica e surreale che volevo ricreare.
