Simone Sapienza è un fotografo italiano che vive e lavora a Palermo. Dopo essersi laureato in Fotografia Documentaria presso la University of South Wales di Newport, Simone ha ottenuto diversi riconoscimenti, sia in Italia che all’estero, ed è stato recentemente selezionato tra i venti artisti internazionali del Foam Magazine Talent 2020.
Noi di Collater.al abbiamo chiesto a Simone di raccontarsi brevemente tramite un’intervista, che trovi qui sotto:
Come ti sei avvicinato alla fotografia?
Non me lo ricordo. No, non ho trovato nessuna scatola di rullini o vecchie macchine analogiche nello sgabuzzino di mio padre o mio nonno. È un linguaggio che ho sempre sentito più appartenermi, dai primi inizi, fino a lasciare la facoltà di Ingegneria per iniziare gli studi in Fotografia Documentaria all’University of South Wales a Newport, in Galles (Regno Unito).
Ho visto che hai viaggiato molto, quale esperienza ti ha influenzato di più come artista?
Ad oggi, sicuramente l’esperienza triennale universitaria a Newport. La formazione britannica, sia dal punto di vista pratico che teorico, ha sviluppato in me un profondo senso progettuale che andasse oltre il sempre più saturo storytelling.
Come mai hai scelto di proporci queste immagini?
È un misto fritto di immagini realizzate da me, tratte dai progetti Vessel EC1 e dal libro “Charlie surfs on lotus flowers” edito da AKINA; poi, immagini di autori che mi hanno ispirato moltissimo a livello di metodo, come Max Pinckers, Christian Patterson e Federico Clavarino. Infine, immagini del mio quotidiano che vanno oltre l’essere fotografo e che mi danno ancora tanti stimoli per credere in questa professione: mia moglie che allatta al seno nostra figlia Marlene; poi Minimum, lo spazio di lavoro a Palermo dove insieme ad altri colleghi mi occupo della curatela della programmazione fotografica; infine il poster, a cura di Roberto Boccaccino, del progetto sul Vietnam che, dopo esser stato esibito in diverse città italiane e diversi Paesi, arriva finalmente a Palermo, sabato 21 dicembre 2019 presso Minimum.
Da cosa trai ispirazione?
Il punto di inizio è spesso l’ambiguità di certe situazioni nella vita reale. Poi, dopo approfondite ricerche multidisciplinari, da tanti piccoli stimoli che ne generano altri, visualizzando già in mente alcune immagini che vorrei cercare.
Che progetti hai per il futuro?
Sto cominciando una nuova serie multidisciplinare che rappresenta la storia della Sicilia, con l’obiettivo di metabolizzare la storia del passato per reinterpretare il presente dell’isola. È un lavoro che sto realizzando per Parallel Platform e sarà inizialmente un lavoro prettamente installativo, cui seguirà un lavoro fotografico e narrativo.
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