Due anni, quattrocento ore di fotoritocco, un libro: “Skin Deep”, progetto realizzato del fotografo inglese Steven Burton, che mira a restituire un volto umano a tutte quelle persone (nella fattispecie ex membri di gang) che la società si affretta a etichettare troppo spesso come pericolose, esclusivamente a causa del loro aspetto esteriore.
Progetto dalla fortissima carica emotiva, all’inizio quasi del tutto sottovalutato dal suo stesso autore.
L’obiettivo, infatti, era abbastanza semplice: eliminare digitalmente i tatuaggi dai volti degli ex membri, in modo da creare un prima e un dopo.
Un giochino dall’effetto sconvolgente soprattutto per i soggetti in questione che, “interrogati” durante le interviste di presentazione delle proprie foto, svelano commossi dettagli scioccanti e molto personali sull’uso e abuso di violenza e droga che ne ha caratterizzato l’intera esistenza.
Un libro in uscita nel 2017, la cui prefazione è stata affidata a padre Gregory Boyle, fondatore di Homeboy Industries, comunità che aiuta gli ex membri delle gang a reinserirsi nella società,
anche attraverso gli oltre 3000 trattamenti di rimozione dei tatuaggi, che ogni mese fornisce a titolo gratuito.
Un aiuto indelebile per chi porta sulla pelle sia i propri errori che quelli degli altri.