I ritratti di Brendan Danielsson sono meravigliosamente brutti. Per quelli che come me sono cresciuti negli anni ’80, i suoi lavori hanno l’aria di essere una versione evoluta, perversa, raffinata e dannatamente geniale delle figurine Sgorbions.
Il mondo evocato dal suo lavoro ha una scarsa connessione col nostro. Bellezza e bruttezza si amalgamano morbosamente, risultando allo stesso tempo sensuali e ripugnanti. Come uno scontro tra le suggestioni di Lewis Carroll e le ossessioni di Robert Crumb o Dave Cooper.
Deformità e sessualità trovano un equilibrio perfetto così come la tecnica raffinata si bilancia con i soggetti ridicoli e raccapriccianti.