Una delle conseguenze dell’ultimo anno di pandemia e lockdown intermittenti, è stata una parziale apertura pubblica al dialogo sulla salute mentale. La condivisione sincera del proprio disagio interiore da parte di personaggi noti – penso per ultimi alle atlete Naomi Osaka e Simon Biles – hanno aiutato in parte a concentrarsi maggiormente sul modo con il quale si deve comunicare un argomento così delicato e allo stesso tempo comune.
Partendo proprio dalla ricerca di nuove strategie di comunicazione sul tema, l’associazione benefica inglese CALM (Campaign Against Living Miserably), si è affidata allo studio creativo Output per un rebranding completo del modo di farsi conoscere e di rivolgersi contemporaneamente a più persone.
CALM, che da anni si occupa di prevenire suicidi dando supporto a soggetti con problemi di salute mentale, sta quindi instaurando un nuovo tipo di dialogo, che si serve non più delle palette e dei Times New Roman di siti istituzionali respingenti e freddi, ma di poster, font accattivanti, infografiche e una nuova comunicazione social.
L’obiettivo è quello di veicolare messaggi che non passino inosservati, per questo vengono affissi lungo le strade, con colori tenui ma sgargianti, che catturino l’attenzione anche di coloro che sono più in difficoltà nell’ammettere o solamente riconoscere i segnali della depressione, che in Inghilterra ogni anno porta al suicidio 6000 persone, delle quali il 75% sono maschi.
L’iniziativa di CALM e Output non è un modo per affrontare ingenuamente il tema della salute mentale. Si tratta piuttosto di un tentativo di prevenire i casi di suicidio ampliando il pubblico di persone che volontariamente o accidentalmente vengono colpiti dalle grafiche bold e dagli slogan. L’utilizzo di parole precise e dirette come “suicidio”, non mascherate con sinonimi più morbidi, è un altro mezzo attraverso il quale arrivare al punto del problema nel modo più efficace e diretto possibile. Anche la scelta di utilizzare uomini e donne vere nei poster, non illustrazioni o disegni, ma facce in carne e ossa, umanizza e rende reale un problema che nel dibattito pubblico e privato qualche volta assume le sembianze di un entità astratta, o solo una debolezza.
Rivedere un nuovo modo, in primis visivo, con il quale siamo abituati a pensare al mondo delle terapie psicologiche è la grande intuizione di CALM. L’arte dei manifesti, per definizione accessibile a tutti, quando coinvolge tematiche sociali non deve solo suggerire la nascita di dibattiti o conservare memoria di persone e momenti, ma anche avere parole che arrivino piatte, inequivocabili tanto quanto rassicuranti.



