
Per questo appuntamento abbiamo il piacere di presentarvi i Parasite 2.0. Classe 1989, Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo nel 2010, ancora studenti di architettura del Politecnico di Milano, fondano questo collettivo oggi destinato a diventare una delle realtà italiane più attive nel Paese e a livello internazionale (assolutamente da tenere d’occhio). I Parasite 2.0, oggi con base a Bruxelles e Milano, indagano lo stato dell’habitat umano attraverso un ibrido di architettura, design e arte. Tra le loro collaborazioni vantano molte importanti realtà – dai musei ai festival alle gallerie e tanto altro – come il Terraforma Festival (Milano), OGR Officine Grandi Riparazioni (Torino), domesti.city (New York), La Biennale di Venezia, MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI (Roma) e tantissime altre.
Temporary Lovers è il loro ultimo lavoro realizzato nella galleria ar/ge kunst di Bolzano. Questi tre ragazzi, da anni, portano avanti una ricerca che esplora il territorio tra ambiente selvaggio (wilderness) e habitat umano, producendo un campo semantico dove convergono l’Internet come ecosistema contemporaneo, i deserti biblici e il lascito della modernità.
Ispirandosi alle Zone Temporanee Autonome teorizzate da Hakim Bey, portano in mostra un lavoro ibrido tra l’installazione, lo stage-design e l’esperimento pedagogico, che ripensa i segni, i ritmi e gli strumenti di delle comunità temporanee nate dalle esperienze dei free party e della cultura Rave, del clubbing e dei grandi festival contemporanei che occupano e capitalizzano l’immaginario degli spazi desertici e remoti. Questa installazione è attivata da eventi pubblici e workshop con degli studenti di Bolzano per far si generi l’idea di comunità temporanea da loro studiata. L’idea è quella di modificare l’installazione stessa, trasformando l’ambiente della galleria e ripensando le relazioni tra soggetti e oggetti così come le gerarchie tra progetto e modi di abitare.












Testo di Bianca Felicori