Nell’ambito del collectible design italiano, si inserisce il giovane designer Jonathan Bocca (1998), di origine lucchese e laureato allo IED di Firenze in I terior and Furniture Design. Abbiamo già avuto modo di vedere e di parlare delle sue creazioni, che oscillano tra la scultura e il design, da Alcova durante la Milano Design Week di quest’anno e da ADI Design Museum, durante la mostra A New Collettive Landscape. Ciò che colpisce dell’attività di Bocca è senza dubbio la sua capacità di saper unire la funzionalità a un’estetica contemporanea, oltre al suo sapiente uso dei materiali di riciclo. Il designer è infatti definibile uno “scultore della carta”. Le sue opere sono interamente realizzate in carta pesta e da domani, 26 luglio, saranno esposte nella sua città natale, a Lucca, nella meravigliosa location della galleria d’arte e ristorante Olio su Tavola. Il titolo dell’esposizione – Torno a casa – si riferisce al suo ritorno in città, volto a riacquisire un legame con un territorio strettamente legato alla carta.

Jonathan Bocca chiama spesso le sue creazioni “oggetti inquieti” per via del loro aspetto. «Sono creature spiritose e stravaganti, ambigue e uniche, la cui misura è aumentata proporzionalmente con il consolidamento della tecnica di realizzazione.» ci racconta. La serie presentata a Lucca si compone principalmente di piccoli porta candele da tavolo, di lampade e di lampadari, alcuni larghi tre metri. Le loro forme bizzarre, di chiara ispirazione organica e animale, entrano in contrasto con la tinta monocromatica che è spesso sgargiante. Un chiaro esempio è la lampada da terra color rosso, che presenta una struttura corporea simile a quella di una giraffa ma, allo stesso modo, è dotata di un grande paralume che ricorda i collari elisabettiani. Un altro esempio è il lampadario viola, le cui molteplici “braccia” culminano in una lampadina. L’ispirazione alla natura è evidente, da un lato potrebbero riferirsi ai rami di un albero e dall’altro alla forma dei coralli marini.

Dietro all’estetica divertente, gli oggetti inquieti di Jonathan Bocca hanno l’intenzione di «diffondere l’uso consapevole ed ecologico dei materiali impiegati per produrre oggetti, distaccandosi dal canone del design industriale» – commenta Bocca – «E’ il momento che i designer assumano la responsabilità delle proprie azioni, in un pianeta sempre fin troppo distrutto dalla mano dell’Uomo, in vista di un design sempre più circolare. Ecco come dobbiamo ripensare il nostro futuro.»


La mostra è aperta dal 18 agosto al 29 settembre
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