La nostra intervista a Dj Aladyn sul progetto The Spooky Scientists

La nostra intervista a Dj Aladyn sul progetto The Spooky Scientists

Buddy · 7 anni fa · Art

In occasione dell’uscita dell’ep “0” del progetto The Spooky Scientists, disponibile da oggi su INRI, abbiamo fatto due chiacchiere con Dj Aladyn.

Aldino Di Chiano aka Dj Aladyn, è un disc jockey italiano figura di spicco del turntablism italiano. Oltre a graffiare sui vinili ama cimentarsi in vari progetti collaterali, il più recente è The Spooky Scientists creato insieme a Marco Trentacoste dalla passione per i film Horror e le sonorità Dark: un mix tra elettronica, rock e industrial, trap che ha visto la collaborazione con diversi cantanti della scena italiana.

La nostra intervista a DJ Aladyn sul progetto The Spooky Scientist

Hai attraversato qualunque genere musicale, partendo dalla dance, passando per l’hip hop, sentori funk e jazz e poi più rock e collaborazioni coi più interessanti artisti italiani. Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo progetto?

Una sorta di black hole dove il suono è forte, deformato e oscuro. La nostra idea é di coinvolgere diversi artisti partendo sempre da musiche ispirate a colonne sonore o scenari dark.

Come è nato The Spooky Scientists ed è iniziata la collaborazione con Marco Trentacoste?

Ci siamo conosciuti nel 2004 durante la produzione del brano “Can you hear me” del progetto Rezophonic. Marco era coinvolto come produttore e chitarrista, io come turntablist. Successivamente abbiamo condiviso il palco in occasioni diverse e ci siamo sempre ripromessi di provare a fare qualcosa insieme. Verso la fine del 2014 (in un momento di pausa dai nostri impegni lavorativi) é arrivata l’occasione giusta.

A proposito di sonorità oscure e profonde, puoi raccontarci di più della tua passione per il cinema horror in particolare, e più in generale per il cinema di genere, così presente in questo progetto?

Fin da bambino sono sempre stato attratto dai film e dalla musica che mi trasmettevano paura. Dai primi anni novanta ho iniziato a collezionare vhs e vinili del genere, ricordo i pomeriggi passati con gli amici chiusi in casa a guardare film come: L’esorcista, La casa, Morte a 33 giri, Halloween, Non aprite quella porta…..
Ancora oggi l’horror è fonte di ispirazione per le mie produzioni.

Leggendo di te in giro per il web pare che tutto nasca da una passione e che tu sia un musicista autodidatta, il che è abbastanza sorprendente visto quanto musicalmente sofisticate sono le tue produzioni. Ci puoi raccontare qualcosa del tuo background?

Grazie per il “sofisticate” in realtà’ più’ che dalla tecnica mi faccio guidare dall’ispirazione. Forse il fatto di non aver frequentato nessuna scuola specifica, mi ha reso libero di sperimentare senza schemi mentali.

C’è un artista con cui hai sentito delle affinità particolare e con cui vorresti tornare a collaborare?

Mi è piaciuto lavorare con Remo Anzovino e sarebbe interessante poter collaborare ancora con lui in futuro.

Cosa gira in questo momento nel tuo player e qual è la tua personale top ten del 2016?

Justice, A Tribe Called Quest, Nick Cave & The Bad Seeds, Ludovico Einaudi, John Carpenter, Timber Timbre, Pearl Jam, Incubus, Invisible Skratch Pikls, Ghost B.C, Rob Zombie, Dusky, Crystal Castles e la colonna sonora di Stranger Things Vol. 1 e 2.

Dj Aladyn Top t10 2016:
1.  Stranger Things vol. 1 & 2
2. Invisible Skratch Piklz – Ultimate
3. Ex-Otago – Quando sono con te
4. Skrillex & Rick Ross – Purple Lamborghini
5. The Blues Picks – My baby
6. Dj Shadow feat Run The Jewels – Nobody speak
7. Calcutta feat Takagi & Ketra – Oroscopo
8. The Weekend feat Daft Punk – Starboy
9. Blink 182 – Bored to Death
10. Dj Aladyn feat Animor – For Ella

Questa la PAGINA da cui scaricare il nuovo ep. Qui di seguito il player Soundcloud da cui ascoltare le tracce in streaming e subito sotto il video per il singolo The Alien feat. Angelo di Mino.

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La fotografia eterea di Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin

Giorgia Massari · 3 giorni fa · Photography

“Ci sono ipotesi diverse su come siamo venuti al mondo, c’è chi dice dagli animali come conseguenza dell’evoluzione della specie e c’è chi dice per mano di Dio, ma di certo sappiamo che quando lasceremo questo pianeta, ciò che resterà di noi sarà solo polvere.” con queste parole il fotografo italiano Matteo Zanin (1986) riflette sul nostro destino attraverso una serie di scatti di nudo artistico. La polvere, le briciole, i detriti, le ceneri sono il punto di partenza del suo progetto fotografico POLVERE in cui la materia naturale e il corpo umano diventano una cosa sola.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al

In un’ambiente arido, privo di vegetazione, una donna nuda, dall’aspetto candido e leggero vaga nel desertico paesaggio, mimetizzandosi e amalgamandosi ad esso. “La donna è l’essere vivente che più si avvicina alla natura, perché come lei è l’unica che può creare un’altra vita.” riflette Zanin.

Gli scatti appartengono ad una sfera eterea, che rimanda lo spettatore ad uno scenario quasi apocalittico. L’ultima donna sul pianeta, una ninfa solitaria, in cerca di acqua, di una fonte di vita. Con il tempo il suo corpo si congiunge alla natura, fino a diventare parte della stessa. Contorcendosi imita le sue forme, abbracciandola le dimostra il suo amore.

La passione per la Street photography e il suo approccio cinematografico, oltre alla sua esperienza nel campo della moda, emergono particolarmente nella serie POLVERE, capace di riassumere l’identità artistica di Matteo Zanin e di restituire una serie di sentimenti contrastanti. La natura può dare ma può anche togliere.

Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al
Matteo Zanin Polvere | Collater.al

Courtesy and credits Matteo Zanin

La fotografia eterea di Matteo Zanin
Photography
La fotografia eterea di Matteo Zanin
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Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America

Anna Frattini · 4 giorni fa · Photography

Classe 1980, J. Jason Chambers è un fotografo americano che racconta l’America attraverso i suoi scatti, viaggiando di stato in stato e ispirandosi al New Topographics Movement. Scorrendo fra gli scatti del fotografo sembra di vedere un’America molto diversa da quella che ci immaginiamo. Insegne al neon luminose, stazioni di servizio e vecchie automobili sospese in un’atmosfera quasi cinematografica. Chambers sembra essere in continuo movimento, dalla California fino a Wall Street passando per il deserto. Le fotografie scattate a New York fanno da contraltare alle suggestioni desertiche del New Mexico e ai panorami texani di Marfa.

La riflessione di J. Jason Chambers su una nuova topografia influenzata dall’uomo si ispira a una mostra risalente al 1975 a Rochester, New Topographics. In questa occasione furono esposti 10 fotografi alle prese con l’arrivo del Concettualismo e del Minimalismo nella fotografia degli anni ’70. Il SFMoMA, nel 2010, ha deciso di riportare in vita questa mostra rivelando il ponte pre-esistente fra il mondo dell’arte contemporanea e quello della fotografia.

Il punto di incontro fra la fotografia di J. Jason Chambers e New Topographics sta nel rapporto fra l’uomo e l’ambiente. Stazioni di servizio, motel o parcheggi fanno ormai parte del nostro immaginario quando si parla di paesaggistica così oggi come negli anni ’70.

J. Jason Chambers

Per scoprire altri scatti di J. Jason Chambers qui il suo profilo Instagram.

Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America
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Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America
Le fotografie di J. Jason Chambers raccontano l’America
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Voglia d’estate con gli scatti di Andoni Beristain

Voglia d’estate con gli scatti di Andoni Beristain

Giorgia Massari · 6 giorni fa · Photography

Non possiamo dare niente e nessuno per scontato. Celebriamo ciò che di bello ci da la vita. Attraversiamo i momenti difficili e rimaniamo in piedi”. Con questa parole entriamo a contatto con la poetica del fotografo basco Andoni Beristain che, con oggetti semplici e paesaggi colorati omaggia la bellezza della vita. Le sue origini basche sono fondamentali nella sua ricerca e particolarmente evidenti nella sua estetica. Nelle sue fotografie still life, emerge la sua visione personale della vita: colorata, ottimista e ironica. 

Con questa serie di scatti di Andoni Beristain che vi proponiamo oggi, evochiamo l’estate in arrivo e la voglia di tutti di spensieratezza. Ma, nonostante i colori caldi, il mare, la spiaggia ed elementi come le sedie in plastica e i ventilatori, che immediatamente rimandano al periodo estivo, una certa nostalgia si cela dietro questi scatti. La leggerezza estiva è accompagnata da una vena di solitudine. Una sedia è sola in mare. Un gioco è trasportato dalle onde. Un uovo è appeso al sole. Un uomo galleggia solo nel mare. Tutte scene solitarie, che richiamano un certo senso di abbandono. Probabilmente, con questi scatti Andoni sceglie di richiamare alla mente il dualismo tipico dell’estate, da una parte la desideriamo ma dall’altra non riusciamo mai a godercela. Ed ecco che ritorna la frase di Beristain e la sua volontà di insegnarci ad assaporare il momento, ad essere in grado di condurre la classica slow life, oggi sempre più difficile da attuare.

Andoni Beristain | Collater.al
Andoni Beristain | Collater.al
Andoni Beristain | Collater.al
Andoni Beristain | Collater.al
Andoni Beristain | Collater.al

Courtesy Andoni Bernstein

Voglia d’estate con gli scatti di Andoni Beristain
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Voglia d’estate con gli scatti di Andoni Beristain
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Il cibo pixelato di Yuni Yoshida

Il cibo pixelato di Yuni Yoshida

Giulia Pacciardi · 1 settimana fa · Photography

I pixel sono gli elementi più piccoli che costituiscono un’immagine, talmente minuscoli e numerosi da non poter essere visti ad occhio nudo.
Anzi, quando si vedono, non è affatto un buon segno.
In tutti i casi tranne uno, ossia, quando diventano protagonisti di un progetto.

È questo il caso di Pixelated, delle fotografie firmate dall’Art Director giapponese Yuni Yoshida in cui cibo e pietanze vengono sezionate in tanti quadrati perfetti che riprendono i colori degli ingredienti, della buccia o della polpa.
Una serie di immagini surrealiste ed attraenti che speriamo diventino molte di più di quante sono ora.

Il cibo pixelato di Yuni Yoshida | Collater.al 1 Il cibo pixelato di Yuni Yoshida | Collater.al 2 Il cibo pixelato di Yuni Yoshida | Collater.al 3

Il cibo pixelato di Yuni Yoshida
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Il cibo pixelato di Yuni Yoshida
Il cibo pixelato di Yuni Yoshida
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