Con Another November Laura Stevens fa di una silloge di scatti una potente medicina per superare traumi e colmare lacune emotive.
Nei volti dei soggetti immortalati spicca lo scontro interiore esteriorizzato attraverso il disprezzo della propria sagoma, perché è proprio attraverso la carne, che il dolore e la paura lasciano segni indelebili.
Sono immagini quasi compulsive di nausea emotiva, di tristezza nell incompletezza: il preludio di uneternità a metà. Foto distaccate dalla realtà, ma concepite come specchio del sé, ritraggono volti afflitti, spenti ma reali: sono icone, che poste sotto locchio quotidiano, guardate e riguardate fino alla nausea, tentano di sviscerare la realtà e accettarla nella sua interezza.
La fotografa parte da un lavoro su se stessa, coinvolgendo amiche vicine e donne sconosciute, e arriva a creare un diario visivo della perdita, che vuole essere un piccolo aiuto per voltare pagina e scrivere un nuovo capitolo, guardando dentro linverno con la luce dellestate che si intravede in lontananza.
Unultima sigaretta alla Zeno Cosini, in cui intrappolare ricordi che pian piano diventano cinerei, calpestati dalle suole, ma non spazzati via per sempre, perché parte di vita.