Marzo è il mese delle donne e noi di What Italy Is abbiamo deciso di celebrare questo mese dedicando il nostro spazio a una donna forte e poliedrica, Elena Braghieri.
Elena si definisce contemporaneamente bionda e laureata in Matematica e nella vita ha un lavoro serissimo nel ramo assicurativo. Ha una passione spropositata per la fotografia: ama fissare attimi di bellezza e condividerli con chi li sa apprezzare. Considera la Sicilia il suo Lexotan più potente: quando non sta comprando fiori al mercato all’ingrosso di Milano, la potete facilmente trovare in bicicletta controvento a Favignana, a zonzo alla Vucciria o su una terrazza assolata di Salina a fotografare ombre.
Se la tua vita avesse una colonna sonora, quale sarebbe?
La discografia completa dei Beatles. Mi ha accompagnato durante l’adolescenza, il mio primo cd (sono vecchia, i cd sono arrivati in prima liceo) era una loro compilation. Conosco a memoria ogni canzone, ce n’è una per ogni mood, da For No One a Norwegian Wood a St Pepper’s Lonely Hearts Club Band. E non ne cito altre perché potrei non finire più!
Che cosa significa per te la fotografia e com’è nata questa passione?
È una passione che mi ha tramandato mio padre: appassionato di fotografia, mi ha regalato la prima macchina fotografica quando ero alle elementari (stiamo parlando dei primi anni 80, quando la macchina era un lusso): una Konica Pop rossa con pellicole in bianco e nero da centellinare. Spesso le sviluppavo e stampavo con lui in camera oscura: ero così piccola che arrivavo a stento al banco sui cui erano appoggiate le bacinelle per la stampa! Crescendo, ho mantenuto la passione, sviluppando uno stile personale. Sono cambiate le macchine fotografiche, sono passata da reflex analogica a reflex digitale fino alla attuale mirrorless, ma la passione resta immutata. La fotografia mi serve per fermare istanti, dettagli, è un continuo esercizio di ricerca della bellezza anche nelle cose più semplici, è terapia. Funziona da memoria per i momenti in cui ho bisogno di una carezza, è un’arma potentissima.
Qual è la cosa che in assoluto ti ispira di più a fotografare?
Le storie. Quando posso raccontare una storia attraverso delle immagini sono felice. Può essere la storia di un viaggio, può essere la storia di un backstage. Poter trasmettere attraverso delle immagini l’atmosfera, i dettagli meno immediati, i colori, le sensazioni è anche la cosa che – modestamente – mi riesce più naturale. Forse perché sono la prima ad emozionarmi.
La foto dei tuoi sogni. Come e dove.
Forse non l’ho ancora fatta, forse sì e non me ne sono accorta, ma non sogno posti particolari, una foto bella non dipenda da dove la si scatta. È solo una questione di occhio e cuore.
Il nome di un artista, oppure fotografo, o instagrammer di riferimento o che stimi in modo particolare
Ho una passione speciale per il lavoro di Ferdinando Scianna (e non è un caso che sia siciliano e i suoi scatti più belli riguardino la sua terra), ma in generale non ho un artista preferito: ho avuto la fortuna di incontrare Peter Lindbergh e farmi guidare da lui nella sua mostra recente alla Venaria di Torino. Al di là del suo indiscusso talento, ho amato i suoi racconti sui retroscena di alcuni scatti iconici: mi hanno fatto apprezzare ancora di più la sua espressione artistica.
Di tutt’altro genere, ma nel mio cuore, Maria Vittoria Backhaus, che ha fatto la storia della fotografia italiana e che ha un approccio scenografico e minuzioso ad ogni dettaglio della composizione fotografica: di lei amo in particolare alcuni lavori presentati alla Biennale di Filicudi (quello presentato nel 2008, omaggio al suo amico Ettore Sottsass mancato pochi mesi prima, è immenso)
Instagram: cosa ti piace di più e cosa di meno di questa piattaforma.
Sono una degli early adopter di Instagram, il mio profilo attuale è nato nel 2011 ma il primissimo (ormai chiuso) è del 2010, e ammetto che dopo tutti questi anni non mi ha ancora annoiato. Di Instagram amo la semplicità espressiva, amo tutte le cose belle che mi sono capitate grazie alla mia esposizione su Instagram (ad esempio il sopracitato incontro con Peter Lindbergh), amo le persone che ho conosciuto grazie ad Instagram. Per me resta un gioco – il mio lavoro è un altro – ma è un gioco che prendo con la stessa serietà e professionalità del mio lavoro. Amo condividere alcuni pezzi della mia vita, ma resta un piacere, non un dovere.
Ecco, forse la cosa che non amo è quando gli utenti usano toni sgradevoli nei commenti: la maleducazione, la mancanza di rispetto mi fanno davvero perdere la pazienza. Ma chi sei per rivolgerti a me con quei toni? Lo faresti, pur non conoscendomi, se mi incontrassi al bar?
Di recente, proprio su Instagram, ho scritto che è come se io lasciassi aperta la mia porta di casa: questo non autorizza chi viene a trovarmi a distruggere a mazzate le lampade perché non sono di suo gradimento. Permesso, per favore, scusa, grazie restano sempre le mie parole preferite. Anche nel virtuale.
Quali pensi sia il “segreto” per avere successo su questo social media?
Non sono la persona più adatta per parlare di successo, visto che i miei numeri non sono giganteschi (certo, sono numeri reali di utenti reali che mi seguono e interagiscono in modo reale, non faccio uso di scorciatoie per costruire la mia audience). Per me serve occhio, serve sensibilità e serve costanza. E soprattutto, avere qualcosa da dire. Non sono una fan dell’over exposure e anche il pubblico (un certo tipo di pubblico, quello che voglio attirare) predilige il “poco ma giusto”.
Se ti chiedessi di consigliarci un luogo Italiano da fotografare, cosa risponderesti?
La Sicilia, che domande! Basta cercare #BraghyLovesSicily su Instagram per capirlo.
E invece qual è il tuo posto del cuore?
Per non andare troppo lontano, Salina. Ho passato l’infanzia e l’adolescenza a fare trekking sulle Dolomiti, mi sono avvicinata al mare solo da adulta. Salina – e le Eolie, in generale – per me è “la montagna dentro al mare”, è il posto dove torno ormai ogni anno per riempire occhi, cuore (e palato) di bellezza. È le scogliere di Pollara che lasciano senza fiato, è la sabbia nera di Rinella con le case sgarrupate dei pescatori, è la salita sul Monte Fossa delle Felci tra vigneti e boschi di castagno. È un bagno all’ora di cena nell’acqua limpida di Malfa, è la nave cisterna che attracca al porto e resta lì tutta notte, presenza rassicurante e a suo modo affascinante. (Vado avanti?)
Che cos’è l’Italia per te, fuori dai luoghi comuni?
È il mio paese, ed è l’unico in cui vorrei vivere, quello che – elezioni recenti a parte – mi rende orgogliosa di esserne cittadina, per cultura, ricchezza dei panorami, perché è una immensa culla dell’arte, perché dove si mangia meglio che da noi? Forse siamo inconsapevoli di tutta la nostra ricchezza, forse servirebbe allontanarsene un po’ per apprezzarla di più – come con certi amori, dovremmo darla meno per scontata.
Intervista a cura di Giulia Dini
Tutte le immagini © Elena Braghieri