Un cartellone pubblicitario illuminato, ma vuoto. È lì, semi nascosto tra la piante lasciate libere di crescere, a ricordarci che non c’è nulla da pubblicizzare, non ci sono viaggi vantaggiosi da fare, non ci sono concerti da aspettare, non ci sono film da vedere, non ci sono eventi a cui partecipare.
Questa è solo una delle fotografie di “Tempo proprio”, l’ultimo progetto fotografico di Davide Maria Palusa che sarà esposto a Ph.ocus – About Photography, la quarta tappa di Paratissima che che avrà luogo a Torino.
Classe 1989, Davide Maria Palusa è nato a Trieste e si è diplomato presso l’APAB, la scuola internazionale di fotografia a Firenze.

Al centro della sua ricerca artistica troviamo il rapporto e il legame tra la natura e l’architettura che trasforma i suoi scatti in un’attenta analisi dello spazio che viviamo, di ciò che ci circonda.
Grazie ad alcuni suoi lavori passati, come “Nel bene e nel mare” questo tema è stato sviluppato in Sicilia, in cui il paesaggio naturale, le spiagge e il mare creano un contrasto con l’architettura, che spesso rispecchia problemi politici e sociali.
Nel bene e nel mare Nel bene e nel mare
È proprio questa attenta analisi del territorio in cui viviamo che torna anche in “Tempo proprio”, una serie fotografica nata in seguito al lockdown della scorsa Primavera che mostra come luoghi a noi familiari hanno cambiato aspetto, ma anche come abbiamo iniziato a vederli con occhi diversi.
“I mesi di distacco personale hanno permesso di guardare la realtà da una diversa prospettiva: abbiamo così occhi nuovi che guardano ad un ambiente completamente trasformato. Privato della presenza dell’uomo, lo spazio si fa atmosfera inedita e si lascia osservare nelle sue più dettagliate sfumature.
Azioni e luoghi per noi ordinari divengono straordinari creando così connessioni tra umano, naturale ed artificiale.”


Tempo proprio Tempo proprio

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