They Called Him Sonny

They Called Him Sonny

Collateral Crew · 12 anni fa · Art

Ho incontrato Sonny Smith verso la fine di Maggio, in occasione del suo Live a Le Mura (Via di Porta Labicana, 24 – Roma, S.Lorenzo) che in questa stagione 2011, per tutti noi ragazzi col ciuffo è stato come sbronzarsi da Arnold’s.

They Called Him Sonny - CocaColla incontra Sonny and The Sunsets

Sonny, per chi non lo conoscesse, è il leader/cantante/chitarrista del gruppo Sonny and The Sunsets, ma anche autore, attore e regista di alcuni corti, giornalista musicale e scrittore. Il profilo biografico, dunque, ci mostra un uomo irrequieto, presumibilmente disoccupato, con a disposizione veramente tanto tempo libero e che gira per le strade di San Francisco pensando a quale potrebbe essere la sua prossima mossa.

They Called Him Sonny - CocaColla incontra Sonny and The Sunsets

Al bancone lo convinco a provare lo Spritz che per la serata diventa la bevanda ufficiale dei Sunsets. Good Vibrations, anche se il nostro uomo è piuttosto silente, pensieroso, mentre i ragazzi della band sono molto rilassati, chiaccheranti e disposti a farsi stracciare a calcetto da me ed una certa Olga, che per inciso siamo davvero una pippa di squadra.

-“What are you currently listening to?”

-“Ennio Morricone”.

Qualcuno (ma credo di sapere chi) lo deve aver aggiornato su quello che faccio o che ho fatto ultimamente e lo guardo come per chiedergli se mi stia prendendo per il culo, ma mentre lo fisso vedo che in realtà finalmente si è deciso: vuole parlare.

They Called Him Sonny - CocaColla incontra Sonny and The Sunsets

L’amore per la musica vintage, gli spaghetti western, i fischiettini e tutto il resto è evidente anche dagli strumenti e dalle sonorità che presenta sul palco e in disco, e mentre finalmente se la ride inizia a raccontarmi di questo suo progetto: 100 Records.

They Called Him Sonny - CocaColla incontra Sonny and The Sunsets

In pratica, stava scrivendo un libro che aveva come protagonisti dei musici e cantanti fittizi che suonavano in delle band fittizie. Ad un certo punto pensa che possa essere ganzo iniziare a fare degli sketch di come sarebbero potute essere le copertine dei loro dischi e inizia a scrivere delle canzoni per rendere i personaggi più credibili.

Il Gonzo Sonny allora capisce di trovarsi di fronte ad un essere mastodontico che vive di vita propria. Decide di accannare il romanzo e coinvolgere tutti i suoi amichetti più simpatici disposti a lavorare per la gloria. Spedisce ad alcuni visual artists i nomi di qualche band con i titoli dei singoli per eventuali lati A e B di un vinile. S’inventa persino le etichette discografiche. Quindi, considerato che adesso le band sono 100, non gli resta che scrivere 200 canzoni da distribuire nei due lati di 100 microsolchi. E anche in questo campo può contare sul supporto di alcuni musicisti tra i più interessanti della Bay Area: Kelley Stoltz, The Sandwitches, Ty Segall, Fresh & Onlys, Citay.

They Called Him Sonny - CocaColla incontra Sonny and The Sunsets

Tutto il progetto rischiava di diventare un vero e proprio esercizio di stile queneauiano, e il virtuosismo di quest’impresa sta nel fatto di averlo evitato a piè pari mantenendo la scrittura dei pezzi indipendente dai nomi della band o dallo stile dell’artwork.

Ci sono 100 gruppi che non esistono ma che potrebbero tranquillamente esistere e che di fatto esistono dal momento che tutto il materiale è stato messo in un fantastico Juke-Box creato per l’occasione dal nostro eroe. Già, perché mi sono dimenticato di dirvi che se vi avvicinate a Sonny, anche dopo una performance, e gli chiedete di che cosa si occupa lui solitamente risponde con un: “faccio il carpentiere”Il lavoro di Cristo.

They Called Him Sonny - CocaColla incontra Sonny and The Sunsets

Tutto questo è diventata una Exhibition presso la Gallery 16 (501 Third Street San Francisco, California) dove ad ogni artwork è stato assegnato un numero che corrispondeva al tasto da selezionare per ascoltare il pezzo sul juke-box.

Come per tutti i genitori, ad un certo punto, ci sono figli preferiti a cui vuoi più bene senza sapere bene nemmeno il perché, magari ti ricordano com’eri da giovane o come avresti voluto essere e inizi a fare delle differenze. E’ cosi Earth Girl Helen Brown dà alle stampe un Ep tutto suo ‘Story of an Earth Girl’ (Forest Family). Si tratta di un 10’’ di 6 brani con 500 copie limitate in vinile accompagnate da un video e da una biografia.

Sonny and the Sunsets - Earth Girl Helen Brown

Nel frattempo durante quest’anno con i suoi Sunsets si è preso la briga di far uscire anche il nuovo album “Hit After Hit” (Fat Possum). Nel quale possiamo trovare solo un paio di pezzi dei 200 e in una veste totalmente nuova.

Sonny and the Sunsets - Hit After Hit

Il set fila liscio senza troppa caciara e con forse solo un po’ di stanchezza sulle gambe, suonando brani tratti dal nuovo e da “Tomorrow is Alright” (Soft Abuse). Il tutto avvolto da un generico vintage feel.

Sonny and The Sunsets - Tomorrow Is Alright

Finito il concerto, si rimane fuori a fumare un po’ e si chiacchiera come nei migliori salotti inglesi alle 5. I boys mi regalono 2 spillette caricano il furgone e partono. Ciao-Ciao, take care e tutte le solite cose.

Questo tipo ha scritto 200 canzoni solo per il gusto di farlo. Le ha scritte, le ha trascritte, le ha inserite in degli album, altre in ep, si è inventato delle mostre per portarle in giro. Partendo dalla sua idea bislacca ha coinvolto centinaia di persone. Ha rischiato di perdere soldi e credibilità, si è accollato una quantità di lavoro incredibile.

E’ un folle. E’ evidente. Talmente pazzo da rimanere perfettamente coerente a se stesso fino ai quarant’anni.

They Called Him Sonny
Art
They Called Him Sonny
They Called Him Sonny
1 · 11
2 · 11
3 · 11
4 · 11
5 · 11
6 · 11
7 · 11
8 · 11
9 · 11
10 · 11
11 · 11
Il dualismo italiano

Il dualismo italiano

Giorgia Massari · 6 giorni fa · Photography

Il 2 giugno – la Festa della Repubblica Italiana –  è una giornata che ha il potere di far sentire patriottici anche noi italiani, famosi per non esserlo se paragonati ad altri, come gli americani o gli inglesi. Anzi, se proprio dobbiamo dirla tutta, sono più le volte che la critichiamo, l’Italia, rispetto a quelle in cui ci soffermiamo ad apprezzarla e ad amarla. Forse, le volte in cui la amiamo di più è quando siamo lontane da lei. Quando a mancarci è anche un semplice piatto di spaghetti o i clacson impazziti nel traffico.
La fotografa Irene Ferri, con il suo progetto ITLIA, ragiona proprio su questo. Sul “dualismo italiano”, sull’odio-amore che caratterizza i nostri sentimenti verso quella che è la nostra terra. Un dualismo che ricorre spesso in Italia, Nord e Sud, sacro e profano, tradizione e innovazione, e che caratterizzò quel giorno, il 2 giugno 1946, in cui si scelse tra Monarchia o Repubblica, tra una vecchia Italia o una nuova, rinnovata e democratica.
Con ITLIA, Irene Ferri sfida queste contraddizioni e ci porta a celebrare il nostro Paese attraverso un progetto partecipativo che dura dal 2020. Online apre una box in cui invita a rispondere alle domande: Cosa ti lega all’Italia? Cosa ti manca quando sei lontano? In questo modo, i pensieri di centinaia di italiani vengono tradotti in scatti evocativi, capaci di farci sorridere ed emozionare.

Irene Ferri Italia | Collater.al

Il progetto Italia nasce dalla storia personale della fotografa Irene Ferri che, dopo anni vissuti a Los Angeles, sente il richiamo della sua Terra. Negli States era circondata da persone che le dicevano continuamente quanto fosse bella l’Italia e quanto la apprezzavano. “Solitamente sento più apprezzamenti dagli stranieri che dagli italiani. Siamo un popolo molto critico, rispetto ad altri. I social pullulano di commenti negativi e pesanti su ogni cosa, su ogni decisione, anche sul meteo.” dice Irene. Da qui la decisione di creare qualcosa per gli italiani, un archivio fotografico che ci ricordi che vale la pena amare questa nazione. Nonostante scegliamo di lasciarla per un po’ o per sempre e anche se riusciamo ad apprezzarla solo se un po’ più lontani.

Irene Ferri Italia | Collater.al
Guardare giocare la nazionale italiana di calcio e sentire che da tutte le case arriva lo stesso audio TV, esultare insieme o piangere insieme.” Giulia
Irene Ferri Italia | Collater.al
Italia è guidare d’estate in campagna e fermarsi dal fruttivendolo sul ciglio della strada. Le quantità approssimative su un’arrugginita bilancia a bracci, il totale da pagare scarabocchiato su un foglio stropicciato, qualche manciata di ciliegie in più aggiunta alla fine con un occhiolino. E rimettersi a guidare, affondando la mano nel sacchetto e assaporando l’estate, lanciando i noccioli dal finestrino.” Jasmin

Tornata in Italia, Irene Ferri ci racconta di come a mancarle era soprattutto il concetto di piazza, quella mescolanza di persone e il frastuono delle risate, delle parole dette ad alta voce. “Al mio ritorno in Italia ho avuto uno shock positivo” dice Irene, “Sono andata al supermercato e una volta alla cassa, mentre rovistavo nel portafoglio in cerca dei soldi, il cassiere mi ha detto: Ma non ti preoccupare, se non li hai me li porti domani. Io sono rimasta di sasso. Erano tre anni che non mi sentivo dire una cosa del genere.

Riflessioni come quella di Irene arrivano a fiumi nella sua casella di posta e da qui inizia il suo viaggio italiano, in cerca di quell’italianità e di quei ricordi evocati dalle persone. L’archivio di Irene Ferri è ora pieno di scatti talvolta romantici, talvolta più ironici, che raccontano l’Italia con gli occhi di chi la ama, da vicino o da lontano. Dai panni stesi al sole al rosario che dondola dallo specchietto retrovisore. Dalle tavole imbandite ai campetti da calcio un po’ improvvisati.

Ecco di seguito alcune delle fotografie, accompagnate dalle suggestioni ricevute.

Irene Ferri Italia | Collater.al
“I mercati rionali, le bancarelle, la gente che grida, i profumi che ti assaltano, assaggiare una fragola per poi comprarne una cassetta.” Marta
Irene Ferri Italia | Collater.al
L’odore di bucato steso al sole misto ai profumi inebrianti del forno, e del pranzo della domenica che dalle finestre delle case invade le piazze…” Stefania
Irene Ferri Italia | Collater.al
Da quando sono andata via dall’Italia mi sento più legata a lei. Come si dice, quando perdi qualcosa capisci la sua importanza! Se chiudo gli occhi, riesco a “teletrasportarmi” a casa dei nonni al mare. La mattina papà usciva presto per andare a piantare l’ombrellone in prima fila. Io amo sedermi sotto la grande palma nel giardino con la tenda da sole blu come il mare. Il nonno, dopo il tramonto iniziava a cercare le telline, noi lo guardavamo dalla riva.” Martina
Irene Ferri Italia | Collater.al
Ciò che mi lega al mio paese è la possibilità di dire a un negoziante: “mi mancano 80 centesimi, te li porto domani” e sentirmi rispondere: “Tranquilla! E che non ci dobbiamo più vedere?!?!” Cettina
Irene Ferri Italia | Collater.al
L’Italia è quel posto dove si incontrano il sacro e il profano. Una statua della Vergine a guardia di un calcetto in un afoso androne di Scalea, collezioni di mazze chiodate in vendita accanto ai souvenir delle reliquie di San Francesco nei vicoli di Assisi, le modelle che sfilano davanti al Duomo di Lecce.” Manuela
Irene Ferri Italia | Collater.al
“Il sacchetto con le verdure fresche dell’orto ed i vasetti delle conserve che gli zii mi appendono sulla maniglia della porta quando non ci sono. Da lì dentro, a volte, spuntano anche fiori e fette di torta di mele profumate ed io, quando arrivo a casa e lo trovo lì appeso ad aspettarmi, so già che sarà una serata di pensieri belli e caldi.” Alessandra
Irene Ferri Italia | Collater.al
Le estati passate a Scauri, leggere il “Cioè” sotto l’ombrellone e innamorarmi perdutamente dei ragazzini che giocavano a biliardino sul lido.” Serena
Irene Ferri Italia | Collater.al
Per me l’Italia è la Rustichella dell’autogrill nei viaggi in macchina con mio padre, il disco ‘burattino senza fili’ di Edoardo Bennato in loop a tutto volume per tutto il viaggio.” Ginevra
Irene Ferri Italia | Collater.al
Irene Ferri Italia | Collater.al

Courtesy and credits Irene Ferri

Il dualismo italiano
Photography
Il dualismo italiano
Il dualismo italiano
1 · 15
2 · 15
3 · 15
4 · 15
5 · 15
6 · 15
7 · 15
8 · 15
9 · 15
10 · 15
11 · 15
12 · 15
13 · 15
14 · 15
15 · 15
Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie

Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie

Andrea Tuzio · 3 giorni fa · Photography

Dopo la sua performance al Coachella 2023 non priva di polemiche, si torna a parlare di Frank Ocean ma per questioni completamente diverse.

Homer, il brand indipendente di lusso lanciato due anni fa dallo stesso artista di Long Beach e che si occupa principalmente di realizzare e vendere gioielli come ciondoli, anelli, collane, orecchini diamantati, bracciali in argento riciclato e oro 18 carati, tutti prodotti artigianalmente in Italia e caratterizzati da forme divertenti e colori vivaci, ha pubblicato un libro fotografico.

Da pochi giorni infatti è possibile ordinare sul sito di Homer, al prezzo di 90€, Mutations, un libro fotografico di 48 pagine che rappresenta una retrospettiva di opere realizzate tra il 19 ottobre e il 22 dicembre 2022, per lo più foto scattate dallo stesso Ocean. 
Una serie di scatti che ci mostrano un lato del cantante statunitense nuovo, unico e che mostrano, ancora una volta, quanto sia raffinata e ricercata la sua estetica.

Se volete portarvi a casa una vera chicca da collezione come Mutations, il libro fotografico di Frank Ocean, vi basta cliccare qui.

Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie
Photography
Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie
Frank Ocean ha pubblicato un libro di sue fotografie
1 · 3
2 · 3
3 · 3
I paesaggi malinconici di Alana Celii

I paesaggi malinconici di Alana Celii

Anna Frattini · 2 giorni fa · Photography

Alana Celii è una fotografa americana che ridefinisce tempo e significati scattando paesaggi e soggetti dall’aura malinconica e senza tempo. Alana attualmente è research editor fotografica che lavora nel tech. In precedenza ha lavorato presso il New York Times, il Wall Street Journal, e il TIME. La sua prima monografia, Paradise Falling, è una serie di fotografie che ridefinisce la sensazione di perdita mostrando cosa significa sentirsi persi attraverso metafore che guardano all’astrologia, al mito e al simbolismo.

Per Celii il punto di partenza è la natura, immortalata talvolta scattando senza soluzione di continuità e improvvisando. Dopo Paradise Falling, la fotografa americana ha iniziato un progetto nuovo alla scoperta dei paesaggi della West Coast dopo il suo trasferimento in California. In queste immagini è chiara la matrice californiana nelle textures e nei colori intensi riconoscibilissimi nei paesaggi sconfinati immortalati dalla fotografa.

Per scoprire altri scatti di Alana Celii qui il suo profilo Instagram.

Ph. courtesy Alana Celii

I paesaggi malinconici di Alana Celii
Photography
I paesaggi malinconici di Alana Celii
I paesaggi malinconici di Alana Celii
1 · 10
2 · 10
3 · 10
4 · 10
5 · 10
6 · 10
7 · 10
8 · 10
9 · 10
10 · 10
Gli scatti imprevedibili di Nicolas Polli

Gli scatti imprevedibili di Nicolas Polli

Anna Frattini · 23 ore fa · Photography

La fotografia di Nicolas Polli cattura momenti imprevedibili dando vita agli oggetti della quotidianità. Non solo fotografo ma anche graphic designer ed editore, Polli sembra non fermarsi mai. Nelle sue still life non c’è niente di banale, ogni elemento prende vita assumendo significati nuovi.

Nel 2012 ha fondato insieme a Salvatore Vitale il magazine fotografico YET e nel 2016 Atelier CIAO – uno studio indipendente specializzato in editorial design e still life – sempre al lavoro con brand di lusso e design. Ora anche artista residente presso l’Atelier Robert di Bienne, in Svizzera, Nicolas Polli in questa fase si concentra sugli still life. Tutto questo, dopo essersi inventato una vera e propria spedizione su Ferox, un pianeta inventato, nel 2017.

Se in Ferox, The Forgotten Files: A Journey to the Hidden Moon of Mars 1976–2010 Polli gioca con la nostra incapacità di discernere il reale dall’irreale, nei suoi still life riflette sul nostro fragile rapporto con gli oggetti quotidiani. Quando le sagome familiari di questi oggetti cambiano forma in maniera inusuale tutto cambia, anche la nostra percezione. In When Strawberries Will Grow on Trees, I Will Kiss U la combinazione di una buccia di banana, una brioche e qualche mozzicone di sigaretta assume un significato particolarmente disturbante ma il tutto funziona riuscendo a mostrarci gli oggetti banali da un punto di vista totalmente estraneo.

Ph. courtesy Nicolas Polli

Per altri scatti di Nicolas Polli qui il suo profilo Instagram.

Gli scatti imprevedibili di Nicolas Polli
Photography
Gli scatti imprevedibili di Nicolas Polli
Gli scatti imprevedibili di Nicolas Polli
1 · 7
2 · 7
3 · 7
4 · 7
5 · 7
6 · 7
7 · 7