Best of 2020 – Animated Short Film

Best of 2020 – Animated Short Film

Federica Cimorelli · 2 anni fa · Art

Per tutto l’anno abbiamo scandito le nostre settimane con una selezione dei migliori cortometraggi del momento. È giunta l’ora di rivedere quelli più belli ed emozionanti. 


Hair Love, l’emozionante corto candidato all’Oscar

Realizzato da Matthew A. Cherry, Everett Downing Jr. e Bruce W. Smith, Hair Love è il cortometraggio prodotto da Sony Picture Animation vincitore della categoria Miglior Cortometraggio d’Animazione agli Oscar 2020. Hair Love riesce ad arrivare dritto al cuore di tutti raccontando una storia che parla di famiglia e di Black Culture.


“Nobody is Normal”, il bello di essere diversi

Sentirsi diversi dagli altri è spiacevole, ci fa sentire sbagliati, esclusi e inadeguati. Spesso, quando ci troviamo faccia a faccia con le nostre insicurezze, pensare positivo o chiedere aiuto sembra impossibile, ma dobbiamo sempre ricordarci che non siamo da soli.
Così Nobody is Normal, il nuovo cortometraggio prodotto per Childline – un servizio gratuito di consulenza per bambini e ragazzi del Regno Unito – manda a tutti un messaggio positivo e normalizza la diversità.


Lo storyboard animato di The Grand Budapest Hotel

Il regista americano Wes Anderson ha reso pubblica una parte dello storyboard originale del suo grande successo del 2014, The Grand Budapest Hotel. Il video dello storyboard è un estratto di 5 minuti che mostra le inquadrature iniziali del film, i vari schizzi della facciata dell’albergo, gli interni dell’edificio e i personaggi che lo abitano.


Awkward: un normale momento di imbarazzo

Basta guardare questo breve corto per rendersi conto che quotidianamente viviamo anche noi situazioni simili. A chi non è mai capitato un momento di imbarazzo in ascensore?
L’illustratrice e animatrice Nata Metlukh è riuscita a raccogliere tutti i momenti di normale imbarazzo in un bellissimo corto animato intitolato semplicemente Awkward.


“Fire (Pozar)”, il nuovo corto di David Lynch

Dopo cinque anni di lavoro David Lynch ha pubblicato su YouTube Fire (Pozar). Per questo cortometraggio quinquennale sono stati coinvolti il pianista e compositore polacco Marek Zebrowski, il quartetto d’archi Penderecki String e l’animatrice giapponese Noriko Miyakawa.


“Hermann”, una toccante storia vera

Realizzato dallo studio spagnolo 23lunes il cortometraggio Hermann racconta la storia di un anziano violinista affetto da Alzheimer che ogni giorno suona dal suo balcone.
Il regista Jordi García si è ispirato a una storia vera avvenuta in Spagna, nella città galiziana di Vigo, durante il lockdown.


“Five minute to sea”, il corto di Natalia Mirzoyan

Five minute to sea è il corto d’animazione di Natalia Mirzoyan che riassume la nostra infanzia al mare. Un breve film semplice ma d’impatto, che ci invita a riconsiderare la percezione del tempo e della vecchiaia e ci racconta come la noia possa stimolare la fantasia.


The Coin by Siqi Song – le tradizioni per l’anno nuovo

Realizzato interamente in stop-motion, The Coin di Siqi Song ci parla di un lungo viaggio lontano da casa, delle sensazioni di estraneità e spaesamento in un paese sconosciuto, del ricordo della famiglia, della Cina e delle tradizioni per l’anno nuovo.
The Coin è stato prodotto da Diana Ward e Ashim Ahuja e presentato da PROJECT INVOLVE, un progetto di FILM INDEPENDENT, una delle organizzazioni non-profit più importanti al mondo a sostegno del cinema indipendente.


“Selfish”, un corto contro l’inquinamento degli oceani

Selfish è il corto di Chen, PoChien che vuole farci riflettere sulla quantità di plastica che si trova nelle nostre spiagge e nel nostro mare. Il corto ha fatto il giro del mondo e vinto diversi premi come il “Best Animation” al Borrego Springs Film Festival , il “Best Animation” all’Ocean City Film Festival e il “Best Animated Micro Film” all’Oregon short film festival, tutti nel 2020.

Articolo di Federica Cimorelli

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Oltre Petra, la Giordania attraverso le foto di Federico Feliciotti

Oltre Petra, la Giordania attraverso le foto di Federico Feliciotti

Giorgia Massari · 7 giorni fa · Photography

Stati come il Perù, la Thailandia, l’India e la Giordania sono spesso sinonimo di vacanza per gli occidentali, Paesi in cui fare viaggi mozzafiato e di cui si conoscono solo due o tre località “da sogno”. Ma ogni nazione conserva la propria identità storica e culturale così come risvolti crudi e drammatici, spesso ignorati. È il caso della Giordania, meta turistica molto in voga negli ultimi anni e associata in primis a Petra, la suggestiva città scavata nella roccia. Ma cos’altro si conosce di questo stato arabo? Come vive il suo popolo? Ce lo racconta in esclusiva il fotografo italiano Federico Feliciotti attraverso una serie di scatti inediti realizzati in Giordania nel febbraio 2023. 

Il viaggio di Feliciotti in Giordania inizia proprio con intenzioni turistiche. Immediatamente però decide di uscire dalle zone più frequentate e scoprire le tradizioni, le abitudini e le condizioni attuali del popolo giordano.
La Giordania è stato il primo paese del medio Oriente che ho visitato. Paesaggi mozzafiato, deserto e città ferme nel tempo. Questo era quello che mi ero sempre immaginato tra una foto e l’altra nel web. Non immaginavo che fosse molto, ma molto di più.” – ci racconta il fotografo – “ad esempio, non sapevo che la Giordania ospitasse rifugiati da circa 20 anni. Parliamo di una popolazione totale composta da dieci milioni di persone, fra cui mezzo milione di siriani rifugiati.

Federico Feliciotti mette il luce gli effetti che la crisi economica e il cambiamento climatico hanno avuto sulla vita del popolo giordano. I suoi scatti racchiudono l’essenza delle persone che ogni giorno si sforzano di sopravvivere, in mancanza di acqua, di cibo e di una casa confortevole in cui abitare. Il velo di nebbia che avvolge alcune fotografie concorre nel creare un’atmosfera drammatica, in altre invece il cielo azzurro e la luce gialla del sole illuminano la composizione, evidenziando la capacità delle persone di apprezzare la vita nonostante le difficoltà. La felicità e la spensieratezza si vede sui volti dei bambini ritratti da Federico: alcuni giocano a pallone in strada, altri lo guardano divertiti.
L’alternanza emotiva che i suoi scatti propongono crea una sensazione pesante, che stringe il cuore dello spettatore, ora perso con la mente nelle lande aride e desolate della Giordania.
Federico Feliciotti è stato ospite della mostra collettiva ImageNation a New York, dal 10 al 12 marzo 2023 a cura di Martin Vegas

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La quotidianità autentica delle foto di Tom Johnson

La quotidianità autentica delle foto di Tom Johnson

Tommaso Berra · 6 giorni fa · Photography

C’è qualcosa nelle foto di Tom Johnson che porta i soggetti ad essere sempre protagonisti fieri del momento immortalato. Che si tratti di progetti commerciali o di produzioni personali, il soggetti rappresentati dall’artista inglese sono sempre celebrati nella loro quotidianità e unicità.
Partito come fotografo per l’agenzia Magnum, ora Tom Johnson è un apprezzato fotografo con pubblicazioni e progetti internazionali, nei quali porta la sua predilezione per ambienti isolati come nuclei unici per i quali vale la pena raccontare storie al singolare.
Questa ricerca di imprimere storie autentiche si trasmette anche attraverso la narrazione dei momenti davanti ai quali si trova l’autore. Sul suo profilo Instagram con qualche riga ti testo è spiegato il momento in cui si è trovato davanti un buffo ragazzino con una cuffia da nuoto in testa, lo sguardo in camera di un signore che tiene in braccio un’oca finta o i passatempi di due gemelle vestite interamente di rosa.
Il movimento è senza dubbio un altro degli aspetti che non manca mai nelle fotografie di Johnson. Di questo prende l’espressività imprevista che crea nei soggetti e il momento, ancora una volta, unico, che non si ripeterà con la stessa esattezza o inesattezza, ma resterà una storia autentica.

La quotidianità autentica delle foto di Tom Johnson
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Le migliori fotografie dell’anno secondo Sony 

Le migliori fotografie dell’anno secondo Sony 

Giorgia Massari · 3 giorni fa · Photography

Tra meno di un mese, il 14 aprile 2023, a Londra inaugurerà l’annuale mostra di fotografia Sony World Photography Awards, giunta alla sua 16° edizione. Il progetto nasce da una collaborazione tra Sony e World Photography Organisation con l’obiettivo di celebrare i migliori fotografi provenienti da tutto il mondo, dagli emergenti ai professionisti. In attesa dell’inaugurazione che si terrà da Somerset House, SWPA annuncia i vincitori della categoria Open Competition, che concorreranno per aggiudicarsi il premio di Open Photographer of the Year 2023 e i cinque mila dollari in palio.
I giudici del concorso Open hanno ricevuto più di 200 mila immagini, il più alto numero di iscrizioni ricevute in sedici anni. Tra i numerosi scatti ne sono stati selezionati dieci, uno per ogni categoria stabilita. Natura e fauna selvatica, Ritrattistica, Street photography, Travel, Architettura, Lifestyle, Motion, Object, Natura morta, Paesaggio e Creatività sono i temi affrontati quest’anno.
Non dev’essere stata una scelta facile per i giudici e in particolare per Eric Scholsser, direttore artistica della Tbilisi Art Fair, giudice della competizione Open. Il risultato delle difficili scelte prese è la presenza di una varietà di stili, di luoghi e di colori che caratterizza ogni fotografia.

Tra i nomi internazionali in concorso c’è Giorgos Rousopoulous, che vince il premio per il miglior paesaggio, trasportando lo spettatore in Grecia, più esattamente nel Parco Nazionale di Pindus. Il miglior scatto Lifestyle di Azim Khan Ronnie mostra invece dei bambini di un villaggio in Bangladesh, ritratti in un momento di spensieratezza. Il premio per la categoria Architettura è vinto invece dal fotografo inglese Mark Benham con lo scatto The Silos, dai colori caldi e l’atmosfera metafisica.
Sono quattro gli scatti in bianco e nero che si aggiudicano i premi di categoria: Max Vere-Hodge con Ghosts (Viaggi), Dinorah Graue Obscura con Mighty Pair (Natura e fauna selvatica), Boris Eldagsen con Pseudomnesia (Creatività) e Andreas Mikonauschke con lo scatto Exhausted per la categoria Street Photography. Il bianco e nero si riconferma autentico e ribadisce che “una buona immagine non ha bisogno di colore”.
Sono invece preponderanti e brillanti i colori dello scatto vincitore della categoria Motion, aggiudicatosi da Zhenhuan Zhou, in cui il fotografo ritrae una cowgirl in sella a un cavallo in corsa, intento a frenare bruscamente per affrontare la curva. Dall’armonia cromatica sulla scala dei marroni è il ritratto di Charlie realizzato da Sughi Hullait (Ritratti) che racconta la storia di un gruppo di ragazzi inglesi che durante la pandemia costruirono uno skate park fai da te.
Il tema del riciclo e del rispetto ambientale è affrontato da Mieke Douglas nello scatto Recycled, vincitore della categoria Oggetto. Il suo scatto fluttuante ed etereo raffigura dei fiori fatti di carta e nastri che probabilmente galleggiano negli abissi, mettendo in luce una tematica delicata e attuale.
Il vincitore assoluto di questo concorso verrà annunciato il 13 aprile 2023 e darà il via alla mostra fotografica dell’anno, visitabile fino al primo maggio. 

Le migliori fotografie dell’anno secondo Sony 
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Il fotografo Miloš Nejezchleb invita a stare immobili

Il fotografo Miloš Nejezchleb invita a stare immobili

Giorgia Massari · 2 giorni fa · Photography

Nelle fotografie di Miloš Nejezchleb (1978) nulla si muove, tutto è immobile e statuario. Il fotografo ceco, vincitore di numerosi premi tra cui il Fine art Photographer of the year 2021, ha un approccio  fotografico concettuale e narrativo. I protagonisti sono spesso gruppi di persone, ritratti come manichini e tutti nella stessa posa rigida, come se fossero parte di una coreografia sincronizzata. Nella maggior parte dei casi i volti non sono visibili, privando i soggetti di una personalità e di caratteristiche specifiche. Questa scelta trasforma i corpi in sola materia, con l’unica funzione di comunicare attraverso le pose che Miloš decide di fargli assumere. Miloš Nejezchleb realizza infatti diversi scatti degli stessi soggetti, facendo loro cambiare posizione e creando così una narrazione in serie. Attraverso le fotografie, Miloš affronta argomenti sociali attuali e racconta storie personali ed emotive. Ne è un esempio la serie Stronger in cui Miloš mostra la rinascita della protagonista, a seguito di un momento di intenso dolore: le due versioni della stessa persona sono ritratte nell’atto di guardarsi negli occhi, scoprendosi e ricordandosi.  

Se da una parte la staticità degli scatti risulti asettica, dall’altra accentua la drammaticità del silenzio e colloca lo spettatore in un preciso momento sospeso nel tempo. I colori brillanti bilanciano la sensazione di inquietudine, donando un aspetto pop alle opere. L’estetica e l’armonia è ricercata quasi maniacalmente da Miloš, che cura ogni dettaglio in prima persona: dalla scenografia allo styling, dalla scelta dei luoghi alla post produzione.

Miloš Nejezchleb è stato recentemente ospite della mostra collettiva ImageNation a New York, dal 10 al 12 marzo 2023 a cura di Martin Vegas.

Il fotografo Miloš Nejezchleb invita a stare immobili
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