Milano è il luogo dove le cose succedono, la città dei “miracoli” per dirla con le parole di 5tate Of Mind, brand che ha lanciato la sua nuova collezione dedicata alla città, che celebra l’ingresso nel brand di Guè, simbolo di una certa Milano almeno quanto la Madonnina. È propio la Madonnina, insieme al Biscione e a un repertorio iconografico ben definito a mischiarsi con il mondo street che fa parte di 5tate Of Mind fin dalla sua fondazione nel 2011. Il fondatore Jimmy Spinelli ci spiega che “Emme-I Miracles vuole ricreare il carattere di una città e di un intero movimento, i miracoli di Milano sono visti con gli occhi della strada, che non li aspetta ma prova a farli accadere”.
“La collezione nasce anni fa quando abbiamo associato il motto del brand a varie città, partendo da Bologna e da una cover di JAY-Z. Volevamo dare una squadra a ogni città, senza rinunciare a due aspetti che anche oggi sono imprescindibili per un brand ovvero la credibilità e l’autenticità con le quali le idee nascono e si trasmettono” racconta a Collater.al il founder in occasione dell’evento di lancio nello store di Atipici a Milano.


In questa collezione è indicata una direzione che prova a non distaccarsi dalla strada tracciata dall’hip-hop delle sue origini, ci sono capi ed elementi che reinterpretano elementi della tradizione underground fin dagli anni ’90: “l’autenticità è importante, lo stile senza tempo ha visto capi simbolo ed elementi che ritornano e vengono rielaborati come uno stile sportivo collegiale, quello tecnico-militare e l’uso di grafiche su hoodie e t-shirt”, elementi che compaiono sui capi di Miracles in arancione, nero e grigio.
Giacomo Berti Arnoaldi Veli, socio del brand insieme a Guè racconta di come l’obiettivo sia di “riconnettersi con le comunità delle città che sono parte del movimento di cui siamo espressione”, aggiunge poi che 5tate Of Mind ha un “legame con mondo della musica e i movimenti culturali che difficilmente altri brand hanno. Noi siamo connessi davvero tanto con i musicisti da nord e sud e lo faremo in futuro attraverso eventi e volti che appartengono alla scena. Emme-I Miracles non è una collezione che segue un movimento ma si muove all’unisono con esso, rappresenta e allo stesso tempo fa parte di un movimento.”
In sottofondo partono alcune delle hit di Guè degli ultimi anni, è arrivato in store e chiediamo anche a lui di raccontarci il progetto.


Nella collezione vengono ripresi alcuni simboli di Milano, qual è il tuo simbolo della città?
Milano ha dei simboli famosi ovunque ma ce ne sono molti altri. Uno di quelli a cui sono legato è Parco Sempione, mi ha formato molto negli anni ’90, c’è era un umanità mista e mi sono appassionato all’hip hop attraverso alla scena dei writer e graffiti che frequentava il parco.
Il milanese viene dipinto nei suoi stereotipi, anche quello è un simbolo di Milano, così come il fatto che sia la città più europea d’Italia e la mecca dell’hip hop, se tutti i maggiori artisti abitano qua un motivo ci sarà.

La collezione vuole essere un elemento di unione per la scena, che obiettivo ha Emme-I Miracles?
La collezione ha l’obiettivo di omaggiare uno stile originale, che è quello dal quale veniamo, io sono entrato nel progetto, siamo ripartiti da Milano ma omaggeremo altre città.
Cosa ti piace della musica rap di oggi?
Non c’è una direzione univoca e questo mi piace, quindi non c’è una deriva unica. Tutto si rimastica ed è un ciclo che ritorna, un sound più originale sta tornando e ha successo, Marracash fa hip hop per adulti e funziona, i ragazzini invece interpretano i generi di adesso ed è normale. Ci sono tante sfaccettature e tante hanno successo, io prediligo certi suoni ma non condanno nulla, ascolto più reggae e dancehall giamaicana ma ognuno porta qualcosa di nuovo nei propri progetti. Tutto finisce in un frullatore e questo è interessante, poi alla fine uno ascolta già che vuole, ci sono cose interessanti dappertutto.


Da poco è uscito il Wrapped di Spotify, quale sono stati gli artisti che hai ascoltato di più?
In Italia quello che ho ascoltato di più è Paky, in classifica avevo anche artisti leggeri come Bad Bunny, che apprezzo da sempre, e Drake, che anche se mi ha deluso con gli ultimi progetti è perfetto per situazioni più chill. Tra gli underground avevo Joey Badass, era abbastanza strano il mio Wrapped.


