I sogni e i ricordi svaniscono, si frammentano e mutano nel tempo, lo sa bene l’artista tedesca di adozione canadese Jeanine Brito (1993) che basa la sua ricerca pittorica sull’evanescenza dei sogni. L’uso del taglio fotografico e le composizioni delle sue opere in acrilico riflettono la sua formazione nel campo della moda e del design, evidente anche nella meticolosa cura che l’artista pone nei dettagli.
Le grandi tele realizzate dalla Brito raccontano frammenti di un ricordo o di un sogno, caricati di drammaticità e teatralità. Janine è spesso il soggetto principale delle proprie opere, in cui vive scene apparentemente quotidiane ma che celano dettagli surreali e inaspettati. La percezione razionale del mondo viene del tutto messa in discussione da elementi anomali, come nell’opera “Everything I’ve Ever Wanted” in cui una torta rosa a tre piani è farcita di carne e pesce. Un altro esempio è l’opera “Everything I did, I did for love” nella quale la protagonista è raffigurata nuda su uno sgabello, mentre tiene tra le mani un piccione. Avvicinandosi alla tela, si notano il sangue che sgorga dai suoi occhi come lacrime e il dettaglio inquietante dell’alluce mancante.




L’ordinario e lo straordinario sono posti in dialogo, disorientando il pubblico che, incerto e stupito, ammira le sue tele. L’uso dell’immaginazione e della distorsione della realtà sono elementi distintivi del surrealismo, corrente pittorica a cui Jeanine Brito si rifà, guardando in particolare alle opere di René Magritte. Alcuni elementi utilizzati dall’artista sembrano provenire dall’immaginario metafisico di Giorgio De Chirico, come le posizioni statuarie dei soggetti e la sensazione di essere sospesi in un momento bloccato nel tempo, desolato e drammatico.
Ciò che incuriosisce e rende speciali le tele di Janine Brito è la componente dell’inganno. Alcuni dei colori ricorrenti come il rosa e il rosso, l’azzurro principesco e l’oro scintillante – coperti alla fine da vernice lucida per aggiungere plasticità – contribuiscono a creare un ambiente che attrae lo spettatore, lo rilassa e lo pone in una sfera fiabesca, che viene poi completamente stravolta.





