“Che hai mangiato a pranzo?” è una delle domande che rivolgiamo e che ci siamo sentiti chiedere molto spesso, soprattutto nel contesto famigliare. È una domanda spontanea che può essere interpretata come una frase di circostanza e di cortesia, ma anche come una forma d’amore, qualcosa in qualche modo intimo che non chiederemmo ad uno sconosciuto. Il fotografo italiano Mauro Serra ha posto a sé stesso questa domanda con una precisa sfida: dare valore agli avanzi. Serra ha dunque dato vita a una serie di sette fotografie scattate al proprio piatto ad ogni fine pasto, interrogandosi e indagando sul concetto di avanzo in senso lato. “Quello che passa sotto gli occhi ogni giorno, che fagocitiamo senza dargli troppo peso destinandolo poi alla pattumiera dell’umido, per sette giorni ha avuto un posto d’onore sopra un piedistallo di marmo che lo ha eretto a opera d’arte. C’è qualcos’altro nella nostra vita che ignoriamo o che consideriamo a malapena? Cos’altro potrebbe riservarci delle sorprese dandogli valore?” si chiede il fotografo stesso.
Le fotografie still life di Mauro Serra fissano nel tempo un soggetto che non potrà mai essere eterno ma che anzi, è estremamente mutevole e con una vita strettamente limitata. Oggetti, gli avanzi, che esistono in un solo breve arco temporale ma che qui diventano statici, quasi scultorei. La fotografia di Mauro Serra è in grado di conferire ai soggetti, seppur considerati poco nobili, una certa plasticità e bellezza che è in grado di affascinare. I colori, così come l’esposizione e il gioco di luci ed ombre, crea un effetto a tratti pittorico che estremizza il contrasto tra perfezione e caos.
Il lavoro di Mauro Serra è presente nella selezione del Liquida Photofestival di Torino 2023.