Sono passati quattro mesi dall’ultima storica partita di Roger Federer su un campo da tennis, il doppio giocato con il rivale storico Rafael Nadal è stato seguito da grosse lacrime scese sulle guance degli appassionati di tennis di tutto il mondo, che hanno amato l’eleganza dello svizzero e festeggiato le vittorie, tra tutte quelle dei 20 slam.
Per gli appassionati è facile ricordare le vittorie a Wimbledon, ma forse potrebbero essersi persi la partecipazione di RF alla Biennale di Venezia, in un’installazione curata dall’artista svizzero Ugo Rondinone e esposta nel complesso monumentale della Scuola Grande San Giovanni Evangelista.
Rondinone è amico di Roger Federer e ha scelto il campione svizzero per la sua opera intitolata Burn Shine Fly. L’opera presenta una serie di sculture di ballerini sospesi nel vuoto della Chiesa e colorati come un cielo di nuvole. La necessità di avere figure armoniche e capaci di ispirare leggerezza ha portato l’artista a scegliere RF, per la sua capacità di coordinazione ed eleganza nei movimenti che lo ha contraddistinto dentro al campo da gioco.
L’artista ha così ricreato una scultura con le sembianze e i movimenti del tennista, riuscendo a riportare quella sensazione che sembrava far muovere Roger Federer su una superficie senza attrito, uno strato morbido in cui i passi e i gesti erano sempre accompagnati da una grazia innata.
Un documentario ha raccolto la collaborazione che ha portato Federer fino alla Biennale di Venezia, un ambiente che lui stesso ha definito lontano da ciò che ha sempre fatto e in cui si è sentito anche in difficoltà. Una cosa nuova che il campione ha commentato così:
“Questo è qualcosa di eccitante in sé perché ti porta fuori dal tuo mondo normale e ti catapulta in un altro mondo… Ma nell’arte, sono un po ‘nuovo e ho ancora così tanto da imparare.”
