Capita spesso che la fotografia di nudo punti a raccontare storie interiori e individuali, grazie al punto di vista privilegiato dell’obiettivo, che riesce ad entrare in uno spazio intimo e delicato. Gli scatti di nudo femminile del fotografo polacco Waclaw Wantuch non sono racconti soggettivi, e tantomeno storie astratte che utilizzano il corpo come uno strumento per puntare a isolare l’individuo. Quella di Wantuch è una ricerca di definizione, il corpo della donna è inteso come forma, andando a cercare gli aspetti geometrici delle curvature dei fianchi e dei seni.
La deformazione del corpo, determinata dal punto di vista inusuale adottato in molti scatti, crea linee geometriche lontane da una definizione armonica di corpo, ma ne mette in evidenza la pienezza e l’erotismo.
L’assenza di colore degli scatti aiuta a non far si che siano le sfumature della pelle e il suo calore a interferire con la ricerca di oggettività nella bellezza del corpo. Solo la luce aiuta a mettere in evidenza i volumi e le pieghe del corpo.
La poesia è ridotta al minimo nelle foto di Waclaw Wantuch, tanto da far emergere una certa rigidità, che toglie l’idea della pelle come velluto e del corpo come un luogo caldo e accogliente, in cui poter scoprire storie non raccontate.