Il connubio arte-cibo è sempre più in voga, la sua forza comunicativa è in grado di coinvolgere gli spettatori in maniera più diretta. Sono molti i ristoranti che scelgono di supportare l’arte, soprattutto quella contemporanea ed emergente. Tra questi c’è un progetto che si distingue per la sua audacia, è Immorale Osé, il ristorante di Luca Leone Zampa in Porta Venezia (Via Tadino, 43, Milano). Il suo feed Instagram è popolato da allusioni sessuali-culinarie e nella bio si legge “Il nuovo ristorante after sex”.
Il concept del ristorante è ispirato al piccolo libro “Ricette immorali” di Manuel Vázquez Montalbano, contenente sessantadue ricette che puntano a stimolare il desiderio attraverso il cibo, qui preparato dallo chef Paolo Piunti.
Il ristorante lascia spazio all’immoralità e all’arte contemporanea, diventando un luogo di nuovi dialoghi interdisciplinari, anche grazie all’aspetto domestico, accogliente ed estremamente intimo.



Con il supporto di gallerie e seguendo il suo gusto personale, Luca Leone Zampa compie una selezione di artisti da inserire all’interno dello spazio in una serie di mostre aperte a nuove sperimentazioni.
Fino al 31 maggio Immorale Osé ospita la mostra collettiva “Feed”, il primo appuntamento di Eat More Art con gli artisti Nicole Colombo, Huey Crowley, Matteo De Nando, Luca Loreti, Martina Rota e Twee Whistler. Le opere scelte seguono il linguaggio del ristorante che riconduce l’esperienza estetica a bisogni strettamente materiali. Il file-rouge che collega le opere dei sei artisti è la sensualità e il corteggiamento dello sguardo, trasmesse da superfici lucide, pitture corpose, ceramiche smaltate, insegne luminose e giochi di luci e ombre.





